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 ITALIA - ITALIA - Reati d'opinione, per Procura Torino è diffamazione dire che qualcuno beneficia di 'voto etnico'
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Notizia 
19 giugno 2010 9:42
 
Dire che un personaggio politico controlla in modo capillare l'elettorato passivo grazie anche a 'un voto etnico' - in questo caso quello delle persone di origine calabrese - e' reato: e' la tesi che sosterra' la procura di Torino all'udienza preliminare contro un ex assessore del Comune di Moncalieri (Torino), Giuseppe Artuffo, accusato di diffamazione per le dichiarazioni rese al quotidiano 'La Stampa', nel 2008, dopo essersi dimesso dalla giunta.
Artuffo, in una intervista, aveva parlato della 'impossibilita' di cambiare la citta'' per colpa di 'lobby e interessi che sfiorano il concetto di infiltrazione', aggiungendo che a Moncalieri 'c'e' una sorta di voto etnico a favore dei calabresi'. 'Qualsiasi cosa succeda, qualsiasi situazione politica si crei, sia a livello nazionale che locale, loro prendono gli stessi voti. Hanno una capacita' di controllo del consenso spaventosa'.
Il procedimento e' nato da una denuncia presentata da Vincenzo Quattrocchi e Rocco Cuzzilla, originari il primo della provincia di Vibo Valentia e il secondo di quella di Reggio Calabria, assistiti dagli avvocati Riccardo Salomone e Massimo Bione.
Artuffo aveva reso al quotidiano 'La Stampa' le dichiarazioni incriminate il 22 maggio 2008, all'indomani delle proprie dimissioni dalla giunta di cui Quattrocchi e Cuzzilla facevano parte. Il pm Marco Gianoglio gli contesta l'aggravante di avere attribuito ai due assessori un 'fatto determinato', vale a dire 'la asserita capacita' di controllo capillare dell'elettorato passivo'.
 
 
 
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