testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - E' reato dare del parassita ad un politico. Cassazione
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
20 gennaio 2012 14:14
 
Il diritto di critica del giornalista al centro di una pronuncia della Corte di Cassazione del 28 dicembre scorso. Dopo che la Corte di Appello di Salerno ha confermato la sentenza di primo grado, con cui un giornalista, che aveva offeso la reputazion e di due politici, era stato condannato per il delitto di diffamazione a mezzo stampa, il suo difensore ricorreva per Cassazione sostenendo che l'imputato aveva semplicemente esercitato il diritto di critica nei confronti di esponenti politici locali.
La Suprema Corte è stata dunque chiamata a pronunciarsi sulla seguente questione: se integra il reato di diffamazione a mezzo stampa la condotta del giornalista che definisce dei politici 'parassiti' perché ritenuti responsabili del degrado sociale del paese amministrato e della mancanza di lavoro.
Dopo aver ricordato che il diritto di critica ha confini ben più ampi di quello di cronaca e che il requisito della 'verità' si atteggia in maniera diversa rispetto a quanto accade nel secondo (atteso che un'opinione non è vera o falsa, ma vero o falso può essere il presupposto fattuale sul quale essa poggia), i giudici di legittimità hanno affermato che un uomo politico è più esposto del comune cittadino alle critiche e ai giudizi dell'opinione pubblica, in ragione del mandato rappresentativo che ha ricevuto e della conseguente necessità di rendere conto del suo operato.
Secondo gli stessi giudici, l'attribuzione del termine 'parassita' a uomini politici che, ben remunerati, siano o appaiano all'autore dell'articolo come percettori di un compenso immeritato, in quanto sproporzionato all'impegno profuso e ai risultati ottenuti, si sarebbe potuta giustificare solo se tali severi giudizi fossero stati espressi all'interno di un percorso argomentativo e come corollario di un ragionamento, che, viceversa, nel caso in esame, manca del tutto.
La Suprema Corte, dunque, con sentenza n. 48553, ha escluso, nel caso di specie, l'applicazione della scriminante del diritto di critica. Sostanziandosi infatti in una valutazione argomentata di condotte, espressioni, idee, per esercitare tale diritto, il giudizio (anche severo, anche irriverente) deve esser collegato col dato fattuale dal quale il 'criticante' prende spunto. Altrimenti, il fatto rappresenta niente altro che occasione e pretesto per sfogare sentimenti ostili verso persone che con esso non hanno relazione.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS