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 U.E. - U.E. - Sono pluralisti i media ungheresi. francesi e italiani? Commissione Ue allo studio
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26 gennaio 2012 19:27
 
L'Ungheria, evidentemente. L'Italia? Potrebbe... Ma la Francia... Un gruppo di esperti di alto livello, incaricato dalla Commissione europea di analizzare il pluralismo dei media in Europa ha preso in considerazione questi tre Paesi lo scorso 24 gennaio. Gli esperti hanno criticato la nomina del direttore di France television da parte del Presidente francese.
L'Ungheria, pertanto: una nuova legge sulla stampa e' entrata in vigore lo scorso 1 gennaio e si fa interprete della volonta' del governo conservatore e nazionalista di Viktor Orban per paralizzare l'opposizione. Questa legge sottomette tutti i media, pubblici e privati, televisioni o blog, ad una autorita', “Consiglio dei media”, che ha poteri sanzionatori contro chi non e' “politicamente equilibrato”.
Il gruppo di esperti della Commissione denuncia “la straordinaria concentrazione di competenze e responsabilita'” in questo Consiglio ungherese. Il Governo Orban e' quindi “avvisato per riconsiderare le leggi e i regolamenti adottati”, dice l'ex-presidente lettone Vaira Vike-Freiberga, che dirige questo gruppo di esperti.
La Francia, che e' al 38mo posto nel rapporto annuale sulla liberta' di stampa stilato da reporter sans frontières, e' ugualmente sotto le lenti di questi esperti. Nel caso in cui RSF denuncia le pressioni a cui sono sottomessi i giornalisti rispetto alla protezione delle loro fonti e quando le loro inchieste riguardano la cerchia del potere, questo gruppo di esperti contesta la nomina del presidente di France Television da parte del presidente Sarkozy. “Io non vedo perche' il principale azionista di France television, lo Stato, non debba nominarne il presidente” -aveva detto Sarkozy nel 2008, facendo riferimento ad altre imprese pubbliche come EDF (Electricité de France) e SNCF (Societè nationale de chemin de ferre).
Per gli esperti europei, invece, vi e' una eccessiva concentrazione di poteri in una sola mano... e questo non e' un buon esempio per l'Europa, secondo l'ex-presidente lettone.
In Italia, gli esperti europei denunciano senza sorprese “una estrema concentrazione delle tv e delle radio private in una sola mano, quello dell'ex-premier Silvio Berlusconi. La Corte Costituzionale italiana non la ritiene una situazione accettabile, ma politicamente questo giudizio e' ignorato -come fanno rilevare gli esperti.
Il gruppo dovra' giungere alle proprie conclusioni entro la fine dell'anno, comunicandole al commissario europeo Neelie Kroes, responsabile dell'Agenda Digitale.
 
 
 
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