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ALLARME ECSTASY
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Comunicato 
2 novembre 1999 0:00
 


SAREBE SUCCESSO LO STESSO SE LE DROGHE OGGI ILLEGALI NON FOSSERO TALI?
AL PRIMO POSTO L'INFORMAZIONE E UN CONSUMATORE IN GRADO DI SCEGLIERE.
I TABU' E I DIVIETI PRODUCONO SOLO QUELLO CHE SUCCEDE OGGI.

Firenze, 2 Novembre 1999. E' allarme ecstasy, dopo che negli ultimi giorni si sono registrati alcuni morti e ricoveri salvavita sul filo del rasoio.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Un copione gia' scritto che stentava ad arrivare a questi episodi, ma che erano previsti, cosi' come tutto quello che succede nel mondo dei consumatori, degli spacciatori e dei produttori di droghe illegali.
Sull'ecstasy, poi, sono anni che l'allarme continua a girare, perche', a differenza di eroina e cocaina, e' di facile produzione locale, e i laboratori nei Paesi dell'ex-blocco sovietico sembra che siano molto numerosi, come da tempo le polizie di tutta Europa continuano a denunciare.
Occasioni tragiche come quelle di questi giorni sono momento opportuno per riflessioni di vario tipo, sia di chi ha sposato la causa del divieto assoluto che di quelli del partito opposto, non solo, ma anche di quelli che -piccoli angeli ingenui- scoprono il fenomeno in queste occasioni. La caratteristica e' piu' o meno univoca: perche' i nostri figli si drogano? E ognuno tira l'acqua alla sua chiesa, sia religiosa che civica e agnostica.
Siamo sicuri che fra qualche giorno tutti si saranno dimenticati di tutto, anche dei patetici appelli delle "vittime" (come oggi in prima pagina del Corsera), novelle santamariagoretti del pentitismo drogalitico.
Ci viene un po' di stanchezza, ma la passione e l'incazzatura riescono, per fortuna, ad avere il sopravvento: sarebbe successo tutto questo se, in generale, non esistesse la droga illegale? E continuerebbe a succedere quello a cui l'informazione dedica un trafiletto perche' meno nobile, rispetto a parametri che misurano la notizia che vende perche' scrolla lo scheletro che ognuno di noi ha dentro di se', cioe' il morto di overdose per eroina?
Non abbiamo certezze, ma grandi dubbi. Oggi succede questo. Tutti auspicano un domani diverso, ma molti non propongono nuove politiche perche' hanno paura di se' stessi, della loro liberta' di scelta, anche di farsi male; e per sublimare continuano a consentire che altri continuino a farsi male, anche i loro figli: occasioni in cui il mitico gap generazionale fa da regina nei salotti dell'immobilismo … che resta tale e continua a produrre solo danni.
Noi crediamo che la liberta' dalla droga possa essere solo una scelta individuale; consigliata nelle salse che ogni credo e filosofia ritiene piu' opportuna, ma sempre scelta individuale, a cui, quando si contrappone un divieto si puo' solo ottenere l'effetto contrario. Se non si e' disponibili a questo tipo di speculazione civica e umana, e' molto probabile che non si e' mai stati ragazzi, o che si neghi a se stessi l'evidenza della propria gioventu'.
In termini civici, quindi, e' il rispetto del consumatore, considerato come adulto in grado di scegliere rispetto a cio' che gli si offre e alle informazione sul presunto bene e presunto male di questa offerta. Se i presupposti, invece, sono quelli di detenere il bene, non facciamo altro che tornare punto e a capo, e aspettare la prossima Giorgia, o Michele, o Sandra, o Stefano che dopo essersi fatti male, ammiccheranno da non sappiamo quale prima pagina di quotidiano per dirci che non sapeva che la pasticca non faceva male, ma che era solo un tabu'.
 
 
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