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AMPUTARE O NON AMPUTARE. CURARE O NON CURARE. CHE TRISTEZZA E CHE VIOLENZA SUI DIRITTI DEI PAZIENTI E DEGLI INDIVIDUI
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Comunicato 
3 febbraio 2004 0:00
 

Firenze, 3 Febbraio 2004. E' bene che il tormentone della signora milanese che, per il momento, ha deciso di non farsi amputare un piede pur rischiando la vita, sia al centro dell'attenzione. Perche' ci si sta confrontando sul diritto a disporre di se stessi, fino all'estrema decisione di vivere o meno. E' come un confronto su una delle possibili forme di eutanasia, quella del suicidio, che se oggi una persona lo tenta e non ci riesce, viene perseguita per legge. Nel nostro caso, non trattandosi di suicidio in senso classico, ma di possibile suicidio, ecco che e' spuntato fuori il trattamento sanitario obbligatorio. Con tanto di associazioni di consumatori e assessori "liberal" (Tiziana Maiolo del Comune di Milano) che lo sponsorizzano, arrampicandosi sulle leggi perche' la persona in oggetto e' tutt'altro che incapace di intendere e di volere e non e' minorenne.
Nella "salsa italiana" del confronto, non potevano non inserirsi gli appelli alla signora milanese perche' si sottoponga all'amputazione e sia, cosi', sicura di salvarsi la vita.
Ci sembra di essere in uno di quei contenitori televisivi della domenica pomeriggio, dove vive e si presenta l'Italia per quello che e' e, soprattutto, per quello che vorrebbe, crede e sogna di essere: una grande famiglia, con favole e maghi mescolate alla struggente e difficile quotidianita'. A questo punto, con tutto il rispetto e la reverenza del caso, ci aspettiamo l'intervento del presidente Carlo Azeglio Ciampi, o forse quello della signora Franca in Ciampi.
Noi siamo rispettosi di cio' che ognuno decide per se stesso, e siamo impegnati perche' le leggi che limitano questo diritto siano modificate, e non ci sogniamo lontanamente di consigliare se vivere o morire. Anche perche' .... c'e' qualcuno che darebbe un consiglio per scegliere la morte?
Ed e' tutto qui il problema.
Quindi stendiamo un velo di silenzio verso la signora milanese e concentriamoci su questa domanda e suoi risvolti legislativi: puo' ognuno disporre di se stesso? Come la donna per l'aborto? Come il matrimonio dissolubile? Come il consenso a farsi curare in un modo o in un altro o a non farsi curare? Come l'eutanasia? Come le cinture di sicurezza o il casco ai motociclisti obbligatorio? Come ubriacarsi? Come farsi uno spinello?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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