LA CONFERMA DEL RIDOTTO POTERE D'ACQUISTO DEGLI STIPENDI DEGLI ITALIANI E DI UN PROCESSO VIZIATO DI LIBERALIZZAZIONE DELL'ECONOMIA

Firenze, 6 Settembre 2000. Eurostat ha reso noti i dati sulle vendite al dettaglio nel mese di giugno. Mentre il volume dei Paesi Ue e' in aumento del 2,2% rispetto allo stesso mese del 1999, in Italia si registra una diminuzione del 2,4%.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Una conferma della disastrata situazione economica del nostro Paese, in peggioramento per le scellerate scelte e non-scelte di Governo e Parlamento (per quanto, quest'ultimo, svolga ancora una funzione nel processo legislativo, soprattutto in materia economica).
Con un'inflazione in aumento e una diminuzione delle vendite al dettaglio, vuol dire che il potere d'acquisto degli stipendi degli italiani e' ridotto: all'aumento dei prezzi al dettaglio corrisponde una diminuzione degli acquisti, perche' con il reddito non si e' piu' in grado di far fronte alle spese necessarie.
Ovviamente e' un'analisi che risente del fatto di considerare i grandi numeri, senza potere entrare nello specifico, ma sono proprio i grandi numeri che danno tangibilita' di una situazione, dove in primo piano ci sono tutti quei consumi che sono ancora offerti in regime di monopolio o di finta liberalizzazione (per esempio la benzina), oppure condizionati dalle corporazioni, e comunque tutti disarticolati -rispetto ad un ipotetico mercato- dall'enorme carico fiscale, che -e' bene ricordarlo- li' dove e' diminuito a livello nazionale, si e' solo spostato a livello regionale o locale, aumentando comunque.
Infine, il fatto che questo dato negativo sia -con l'eccezione della Danimarca- l'unico nella Ue, e' significativo di come l'Italia stia seguendo le indicazioni e gli impegni economici comunitari che, prevalentemente, sono di liberalizzazione dell'economia: vuole dire che questo processo in Italia e' viziato.