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CANONE/TASSA DELLA TELEFONIA FISSA
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Comunicato 
30 novembre 2000 0:00
 


SI PREPARA UN MERCATO ALL'AMATRICIANA CON IL PROF.ENZO CHELI NELLA FUNZIONE DI CUOCO DI UNA GRANDE MENSA DI STATO

Firenze, 30 Novembre 2000. L'Authority delle Telecomunicazioni ha rinviato la decisione sull'aumento del canone del gestore monopolista di telefonia fissa, Telecom. I motivi sarebbero due: la divisione al suo interno tra componente pro-Telecom (aumento del 10% del canone) e l'altra pro-consumatori (si' all'aumento, ma riduzione delle tariffe); e il no del commissario Ue alla concorrenza, che' valuta troppo bassi gli aumenti.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ogni volta che un'Authority deve decidere se far aumentare o diminuire il costo di un servizio base, ci sentiamo sbalzati indietro nel tempo, quando i monopoli almeno si chiamavano con il loro nome, e quando il vocabolario della politica economica faceva riferimento a quello che usavamo anche noi a scuola, mentre oggi l'uso di parole come privato e libero, e' sempre legato a scelte e comportamenti che hanno significato e applicazione opposta. E la protezione che ci dovrebbe derivare -per l'appunto da un'Autorita'- ci da' un fastidio tremendo, proprio come un orpello di cui saremmo lieti farne a meno, ma che ci rendiamo conto non sara' facile: da come si stanno evolvendo i fatti, bene che vada, fra qualche annetto (alla faccia delle ramanzine che ci arrivano dalla Commissione Ue), ci troveremo in una situazione peggiore di quella del mercato dei carburanti … ed e' tutto dire!
Per il momento, ammesso e non concesso che mercoledi' prossimo la commissione del prof.Cheli decida, si tratta solo ed esclusivamente di aumentare gli attuali costi per il consumatore finale, che resta innegabilmente l'oggetto su cui tutte le decisioni convergono: passivo, senza potere, assente, cioe' -per dirlo con una sola parola- suddito! E quand'anche la decisione -superato il macigno posto dal commissario Monti- fosse quella piu' favorevole ai consumatori, c'e' qualcuno che creda che la Telecom non approfittera' della sua posizione di monopolista per riprendersi da qualche altra parte le paventate diminuzioni delle tariffe? Due o tre operazioni come quella ancora in atto su Teleconomy24 (appioppata anche a chi non lo chiede, levandola quando il consumatore fa la voce grossa, con restituzione del maltolto in tempi jurassici, e con qualcuno -cosciente o meno- che alla fine rimane impigliato) saranno piu' che sufficienti.
Perche' in tutta questa vicenda, la cosa piu' importante rimane sempre li', ed e' programmato che vi restera' ancora per molto: l'ultimo miglio che, quand'anche arrivera' ad essere noleggiato agli altri gestori, restera' sempre proprieta' di Telecom, per vera e propria grazia ricevuta dallo Stato che, non pago (anche in stupidita' economica), si appresta anche a ripagarglielo con le sue Wind e Infostrada.
Un costrutto che ci portera', per l'appunto, ad un'organizzazione del mercato peggiore di quella dei carburanti, che, proprio per come e' strutturato, fa acqua da tutte le parti: un duopolio. Nei carburanti abbiamo l'Agip/Ip di Stato che fa le regole per se stesso e le applica in combutta con il cartello che fa riferimento all'Unione Petrolifera, a totale svantaggio di mercato e consumatori. Nelle Tlc avremo il nuovo colosso di Stato a targa Enel (Wind, Infostrada), che fara' combutta con l'ex-colosso di Stato Telecom (ma con tanto di golden share su quell'abbondante 3% di azioni proprieta' del Tesoro, che gli consente tutto), con una serie di "baby bells" che, col cappello in mano, accetteranno qualunque elemosina -economica e normativa- perche', tutto sommato, hanno investito i soldi e "tengono famiglia": lo potremmo chiamare "mercato all'amatriciana" con Enzo Cheli nella veste di cuoco di un'unica grande mensa di Stato a cui i consumatori saranno obbligati, e, come in tutte le mense pubbliche, la qualita' lasciera' sempre un po' a desiderare, peggiorando invece che migliorando (quello che e' stato fatto con la gara Umts, e' solo l'inizio).
Prepariamoci a tempi ancor piu' oscuri di quelli attuali, perche', cio' che e' in corso, non e' la privatizzazione e la liberalizzazione del mercato (sempre secondo il nostro vecchio vocabolario), ma -per l'appunto- una mensa di Stato. Oggi sono solo in corso gli appalti e sub-appalti per la sua gestione.
 
 
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