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DISSERVIZI ENEL E RIMBORSI
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Comunicato 
26 marzo 2000 0:00
 


L'AUTORITA' SI STUPISCE PER I POCHI RICORSI, MA NON RIFLETTE SUL FATTO CHE I DIRITTI OLTRE AD ESSERE SANCITI, DEVONO POTER ESSERE ESERCITATI: IL RIMBORSO FORFETTARIO DI 50 MILA LIRE NON SERVE A COPRIRE ALCUN DISSERVIZIO, MA E' SOLO L'ENNESIMA BEFFA E FUMO NEGLI OCCHI.

Firenze, 26 marzo 2000. L'Autorita' per l'energia elettrica fa sapere che solo il 21% degli italiani e' a conoscenza dell'esistenza di una "carta del servizio elettrico" ( il 10% l'ha letta o vista almeno una volta), e che, a fronte di 3.708 casi in cui l'Enel ha mancato il rispetto degli standard del servizio, solo quattro utenti hanno chiesto il rimborso forfettario di 50 mila lire. La spesa complessiva per i rimborsi, incluse le municipalizzate, e' stata di 3,7 milioni di lire. Nell'ambito del riassetto tariffario, gli utenti in futuro dovrebbero trovare il rimborso direttamente in bolletta.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
A parte il fatto che aspettiamo l'Enel al varco, cioe' quando accreditera' veramente in bolletta queste 50 mila lire … tra il dire e il fare, quando si ha a che fare con gestori monopolisti o finti privatizzati, c'e' sempre un oceano in mezzo.
Comunque, a parte questo, ci stupiamo del candore dell'Autorita' sull'argomento, come se vivesse in un altro Paese.
Richiedere un rimborso all'Enel e' un'impresa di tempo e pazienza, dove tutto deve essere dimostrato nei minimi particolari (magari anche con testimonianze), e l'Autorita' si stupisce che non ci siano utenti disposti a sobbarcarsi una simile trafila per 50 mila lire? Semplicemente, con queste condizioni economiche, il gioco non vale la candela, e giustamente gli utenti si guardano bene da fare alcuna richiesta.
Altro sarebbe se, senza contenzioso giudiziario, si potessero richiedere i danni non forfettari per l'interruzione di servizio (in particolare le micro-interruzioni, che sono molto frequenti e che costringono molti utenti -i piu' attrezzati- a spendere soldi per gruppi elettrici di continuita'); allora si' che l'Autorita' vedrebbe decine di migliaia di utenti far valere la propria voce. Ma oggi, per l'appunto, e' una strada tortuosa che si puo' percorrere solo con il richiamo alla magistratura, accollandosi una serie di costi (quando non e' possibile ricorrere al giudice di pace) che spesso vanno oltre la richiesta per il danno subito.
Il candore dell'Autorita' e' tale che non ha fatto una riflessione fondamentale: i diritti, oltre ad essere sanciti, devono poter essere esercitati. Per questo siamo in presenza dell'ennesima beffa e fumo negli occhi.
 
 
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