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GAZZARRA E IPOCRISIA VIDEOPOKER
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Comunicato 
6 dicembre 2000 0:00
 

Firenze, 6 Dicembre 2000. Sembra che la morte del Videopoker, riducendolo a videogioco, non sia cosi' scontata come si credeva nei giorni scorsi.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E si e' subito scatenata una ipocrita gazzarra di due aspetti: moralistica ed economica. La prima e' portata avanti da Cgil e Acli, la seconda dal Coni. Le due organizzazioni di lavoratori ci vorrebbero far credere che criminalita' e usura sarebbero alimentate dalla legalizzazione di questo gioco; l'organizzazione sportiva, in nome della bonta' dello sport di Stato, lancia il grido d'allarme contro iniziative che potrebbero mortificare le attese dello stesso sport (che tradotto in linguaggio comprensibile, significa: io Coni sono finanziato dal Totocalcio, e non voglio che gli italiani abbiano anche altre possibilita' di usare i loro soldi per giocare, altrimenti ne verrebbero meno i bilanci del mio finanziatore).
A noi del gioco d'azzardo ci interessa poco, ma siamo molto interessati a chiamare le cose con il loro nome e a cercare di garantire ai singoli consumatori il diritto di scegliere come divertirsi.
Per questo denunciamo l'ipocrisia di chi ci vuol far credere che la sua sia un'attenzione contro il gioco d'azzardo, perche' sono gli stessi che inneggiano al nuovo Bingo e al Tototocalcio, al gratta-e-vinci, etc .. che non ci sembrano giochi d'abilita', e quindi sono d'azzardo, perche' conta solo la fortuna: evidentemente, sconvolgendo il significato delle parole, vorrebbero imporre l'azzardo buono -quello di Stato- contro l'azzardo cattivo -quello dei privati.
Come poi la legalizzazione del gioco d'azzardo per i videopoker sia una favore alla criminalita' e all'usura …. e' tutto da capire, perche' a noi risulta che questi due fenomeni nascono e prolificano quando ad una domanda alta non corrisponde un'offerta adeguata, e se poi questa offerta e' vietata e la domanda rimane, per loro diventa una panacea. A noi sembra che col divieto si consolidera' il duopolio del gioco d'azzardo, tra Stato e malavita, delimitando bene i campi d'azione, e lasciando ad ognuno una nicchia precisa e indisturbata.
 
 
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