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GIORNATA MONDIALE CONTRO IL TABACCO
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Comunicato 
2 giugno 1999 0:00
 

LA TERAPIA DI SOMMINISTRAZIONE CONTROLLATA DI TABACCO E' CONSIDERATA LA MIGLIORE PER CHI VUOLE SMETTERE DI FUMARE. PERCHE' NON ESTENDERE IL METODO A TUTTE LE DROGHE? L'ADUC SCRIVE AL MINISTERO DELLA SANITA'.

Firenze, 2 giugno ’99 1999. Abbiamo volutamente atteso che si celebrasse in tutto il mondo, lo scorso 31 maggio, la giornata mondiale contro il tabacco, per meglio capire cosa, al di la' delle facili e frequenti isterie di fumatori e non-fumatori, si stesse muovendo, sia in termini di diritti che in termini di scienza e applicazione della stessa.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Tra le numerose analisi, tabelle, osservazioni, appelli, una cosa ci e' sembrata particolare, che' se fosse presa in seria considerazione dal legislatore, potrebbe risolvere molte delle problematiche sanitarie, civiche e giudiziarie legate al consumo delle droghe legali -come il tabacco- e illegali -come l'eroina.
L'inserto ad hoc del Corriere della Sera, "Stop al fumo", edito dalla redazione Salute dello stesso quotidiano, in collaborazione con l'Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale e la Federazione dei titolari di farmacia, presentando i vari metodi per indurre i fumatori a smettere, scrive cosi' "l'aiuto piu' efficicace che la scienza medica ha escogitato per chi vuole smettere di fumare consiste nella somministrazione controllata della stessa sostanza che provoca la dipendenza", e cita la messa a punto di questo metodo, che e' stata fatta in Svezia negli anni '70.
Ci sembra un approccio interessante che, se fosse esteso anche a quelle sostanze che oggi sono illecite, come l'eroina, potrebbe risolvere molti problemi, e non solo di chi vi e' direttamente coinvolto. Non e' un metodo nuovo. Infatti gia' in Svizzera, Gran Bretagna e in alcuni lander tedeschi, sono state avviate sperimentazioni in merito, con risultati positivi che, in Svizzera per esempio, sono stati confermati anche da un referendum popolare che ne ha chiesto la continuazione.
In Italia si tratterebbe di superare il primo scoglio: trasformare l'eroina in sostanza legale, cosi' come e' legale la morfina ed e' usata abitualmente in campo medico. E' facile immaginare che non ci sarebbe piu' il mercato clandestino di questa sostanza, e sparirebbero anche tutti gli annessi criminogeni e giudiziari che si porta dietro, e che intasano carceri e aule giudiziarie. La terapia di mantenimento oggi e' gia' prevista con sostanze alternative, come il metadone, ma -oltre alle diffusa non applicazione delle disposizioni in materia grazie ai pregiudizi degli operatori- e' noto che gli effetti farmacologici del metadone non riescono a sostituire l'astinenza da eroina.
Ci rendiamo conto che dovrebbe essere superato il forte impatto emotivo che una legalizzazione del genere potrebbe avere su chi e' abituato a considerare le droghe -quelle oggi illegali piu' che quelle legali- come un male da combattere con il divieto assoluto. Ma, proprio grazie a quanto sta accadendo con la droga legale per eccellenza -il tabacco- all'emotivita' conviene che si sostituisca il raziocinio. Le terapie di somministrazione controllata del tabacco sono considerate le uniche in grado di ottenere risultati senza creare danni fisici; perche' non potrebbe essere altrettanto per sostanze oggi illegali?
Ci sembra un approccio sereno, scientifico e rispettoso dei diritti di chi dipende tossicologicamente da una sostanza, senza relegarlo nella clandestinita'. Per queste

 
 
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