SIAMO IN DIRITTURA D'ARRIVO PER UNA LEGGE CHE SERVIRA' SOLO A COMPLICARE LA VITA DEGLI UTENTI DEI SERVIZI SANITARI E A TRASFORMARE IN LEGGE UN'IDEOLOGIA.

Firenze, 21 maggio 1999. Con gli emendamenti approvati dalla Camera, la legge sulla procreazione assistita sta per giungere in dirittura d'arrivo.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Chiunque vorra' ricorrere al sistema della cosiddetta procreazione assistita, grazie a questa legge -se alla fine sara' licenziata com'e' nel testo attuale- avra' la vita ancora piu' difficile, perche' prima di decidere un atto che e' tipico della sfera intima, dovra' stare attento e farsi spiegare i minimi particolari per non incorrere in reato. Siccome viviamo nel Belpaese, non crediamo di fare torto al buon senso se immaginiamo che, dietro alla faragginosita' dei testi e delle norme approvate, avremmo altrettanto farraginosa burocrazia che, di fatto, ne impedira' l'uso.
Non solo, ma con queste norme non si sta dando un servizio sanitario, ma si sta solo stabilendo come ossequiarle ad un preciso modo di intendere il rapporto con la procreazione e con il proprio corpo, che e', per esempio, il contrario di quanto altre leggi stabiliscono: parliamo della legge sull'interruzione della gravidanza che dal 1976 ha introdotto il principio che e' la donna a decidere su cio' che il proprio corpo e' in grado di procreare.
Come spesso succede quando si vuole legiferare sulle questioni di intimita' e sulle potenzialita' del corpo umano legate a scienza e conoscenza, invece di partire dal presupposto di liberta' dell'individuo, si creano gabbie in cui forzatamente far rientrare ogni decisione, con l'unico risultato di far allontanare i futuri utenti dalla legge e dal suo uso.
Questo ambito, a nostro avviso, non necessita' di alcuna legge; quelle esistenti sono anche troppe e vanno riviste, per responsabilizzare gli individui. Infatti, la non esistenza di leggi come questa, non significa che non si possano prevedere campagne di