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LIBRI SCOLASTICI
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Comunicato 
28 agosto 2000 0:00
 


RIPARTE IL SALASSO OBBLIGATORIO PER PAGARE LA CULTURA E LA SCUOLA DELLO STATO, NON QUELLA CHE SI SCEGLIE SECONDO I PROPRI CONVINCIMENTI

Firenze, 28 Agosto 2000. Con l'avvio della scuola, proprio in questi giorni riparte il salasso obbligatorio per le famiglie italiane che, non solo sono costrette a mandare i loro figli alla scuola che lo Stato vuole, ma, oltre le tasse, devono anche pagare i libri di testo. Per un ragazzo della scuola media, la spesa per il triennio si aggira sulle 962 mila lire (sono stati fissati i tetti di 531.000 per la prima, 201.000 per la seconda e 230.000 per la Terza), e, rispetto all'anno scorso, i tetti sono anche piu' bassi.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
In una societa' come la nostra, dove l'immissione di forza lavoro ed intellettuale proveniente da Paesi di tutt'altra cultura e tradizione e' all'ordine del giorno, la cosa appare ancor piu' vessatoria e parossistica: valga per tutti l'esempio del ragazzino islamico, figlio di genitori residenti in Italia, che e' obbligato a studiare nella scuola dove gli si insegna il primato della confessione cattolica apostolica romana (vale poco il fatto che l'ora di religione non sia obbligatoria, perche' questa presenza confessionale e' talmente presente che ha impregnato le stesse pareti degli edifici scolastici, e poi la possibilita' di studiare religione della Chiesa romana, non c'e' anche per altre confessioni). Ebbene la famiglia di questo ragazzo, oltre alle tasse, deve anche sborsare i soldi per i libri, pagando la cultura e la scuola dello Stato, non quella che si sceglie secondo i propri convincimenti.
Logica vorrebbe che se qualcosa e' obbligatorio, i libri fossero inclusi nell'obbligo. Ma non e' cosi'. E per evitare che un domani il mercato editoriale possa facilitare la situazione, ci sta pensando il ministro dei Beni Culturali che proprio alcuni mesi fa ha proposto che gli sconti sui libri non potranno essere superiori al 10% del prezzo di copertina, mantenendo i paletti che impediscono all'editoria di essere competitiva: Iva del 4% non detraibile, e se l'acquisto viene fatto su Internet (dove la mancanza di mediazione della libreria potrebbe far diminuire molto il prezzo) l'Iva e' detraibile, ma va al 20%: una politica penalizzante produttori e consumatori, e che crea vantaggi solo per il Fisco/Stato. Ma questi sono ragionamenti logici, dalla parte del consumatore, che per lo Stato/Scuola e' solo un giovane limone da spremere, cosi' impara fin da piccolo ad essere spremuto e, quando dalla scuola obbligata si affaccera' al mondo del lavoro, sara' ben aduso alla rassegnazione.
 
 
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