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UN NUOVO, TERZO, MILLENNIO CHE NON C'E'.
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Comunicato 
1 novembre 1999 0:00
 


CONTINUA LA DISINFORMAZIONE

Roma, 1 Novembre 1999. Il nuovo, terzo, millennio non iniziera' il 1° gennaio del 2000 ma il 1° gennaio 2001. Purtroppo -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- la maggioranza dei mezzi di informazione prosegue con la disinformazione che o e' frutto di ignoranza (da non conoscenza) o e' interessata. Anche in note trasmissioni televisive, per esempio quella di Adriano Celentano, si comunica ad un pubblico vastissimo una informazione errata.
I secoli come i millenni iniziano dall'anno uno e non dall'anno zero considerato che e' insito nel sistema decimale il fatto che le decine, le centinaia e le migliaia cominciano dal numero uno. Le dita delle mani si iniziano a contare da uno e non da zero, cosi' come la seconda decina si conta da undici e non da dieci. Il secondo millennio quindi terminera' il 31 dicembre 2000 e non il 31 dicembre 1999, come la seconda decina termina con 20 e non con 19; e il terzo millennio iniziera' il 1° gennaio 2001 e non il 1° gennaio 2000, come la terza decina inizia da 21 e non da 20. Sembra ovvio ma ovviamente la matematica non trova una folla di seguaci.
I festeggiamenti del falso fine/inizio millennio stimolano ovviamente le societa' di viaggio, interessate a vendere pacchetti per l'evento del secolo, salvo poi a rivenderli anche il prossimo anno. In questo caso c'e' un evidente interesse commerciale che configura una fattispecie di pubblicita' ingannevole.
E IL PREZZO DELLA BENZINA NON CALA
NON POTEVA SUCCEDERE ALTRIMENTI IN UN FINTO MERCATO CHE, PER NON ESSERE TALE, NON AVREBBE BISOGNO DI CONCESSIONI E REGALIE, MA DI LIBERALIZZAZIONE

Firenze, 2 Novembre 1999. E' entrato ieri in vigore il provvedimento governativo che diminuisce di 30 lire il prezzo della benzina, ma la benzina non e' diminuita, almeno per il consumatore, cosi' come riferiscono varie fonti d'informazione.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Non poteva succedere altrimenti, perche' il provvedimento del Governo e' caratteristico di un mercato monopolistico e con prezzi calmierati: il Governo ordina e tutti obbediscono.
Il mercato italiano e' tutt'altra cosa. E' un duopolio (AgipIp/Stato e Unione Petrolifera), con piccole nicchie di sopravvivenza che vengono lasciate a se stesse, e dove l'unico a guadagnarci in modo sostanzioso e' lo Stato: con le vendite dell'AgipIp che controlla il 50% del mercato e con le tasse. Tutto il resto -compiacente e complice per motivi di sopravvivenza come l'Uione Petrolifera- e' in condizioni da non-mercato, cioe' non in grado di fare previsione rispetto alle proprie capacita' ma solo di aspettare cio' che decide lo Stato che, nello stesso tempo, si deve avvantaggiare come petroliere con l'AgipIp.
Quindi, quando c'e' uno sconto di 30 lire, per quale motivo il dettagliante dovrebbe avvantaggiarne il consumatore? Non e' mica un filantropo, tra l'altro in un mercato in cui i suoi margini di guadagno -risparmiati dalle tasse- sono esigui rispetto al prezzo al dettaglio.
Quello che sta succedendo e' solo la conferma che il provvedimento del Governo e' inutile e dannoso per i consumatori. Il gioco dei prezzi, in un mercato, non e' fatto rispetto alle concessioni del Governo, ma dalla capacita' di ogni azienda di offrire un prodotto piu' appetibile rispetto alla domanda; ma se i margini di guadagno per sviluppare la competitivita' sono esigui, il mercato non si sblocca, i petrolieri hanno un po' piu' di guadagno …. e i consumatori pagano.
Il Governo si e' ben visto, invece, dall'intervenire li' dove questo meccanismo di liberalizzazione sarebbe stato scatenante per il mercato, sul duopolio e sul suo essere controllore e controllato di questo duopolio.
Ma il ministro Giuliano Amato, che fa?
 
 
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