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SENTENZA UTERO IN AFFITTO
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Comunicato 
30 marzo 2000 0:00
 


I LEGISLATORI CHE STANNO DISCUTENDO LA NUOVA LEGGE SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA, NE TENGANO CONTO E FACCIANO MARCIARE INSIEME LEGGE E DIRITTO.

Firenze, 30 marzo 2000. Il tribunale Civile di Roma ha rigettato il reclamo della Procura di Roma che tendeva a bloccare la sentenza che aveva autorizzato il concepimento in un utero di una donna che poi avrebbe dovuto portare a termine la gravidanza per conto di una coppia in cui la donna non era in grado di avere figli: la vicenda che, con termini abbastanza brutali, e' stata chiamata "utero in affitto".
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E' importante il rigetto com'era importante la sentenza emessa a suo tempo. La legge italiana ha ribadito per l'ennesima volta che e' giuridicamente accettabile che una coppia desiderosa di un figlio, possa chiedere ad una donna esterna alla coppia stessa di condurre per loro conto una gravidanza.
Questa sentenza e' una precisa indicazione al legislatore che, proprio in questi giorni, sta discutendo la nuova legge sulla procreazione assistita. Il Parlamento dovra' tenerne conto come voce che viene dalla societa' civile, come richiesta che viene da parte di coloro che, al di la' delle posizioni ideologiche e di principio, sono direttamente interessati all'affermazione del loro diritto ad essere genitori.
A nostro avviso lo Stato dovrebbe essere completamente estraneo alla materia, limitandosi a far si' che il diritto di ognuno sia garantito, ma ci rendiamo conto che in un Paese a vocazione vaticana con tanto di imprimatur costituzionale, e' una situazione che potrebbe verificarsi molto in la' nel tempo. Pero' non possiamo rilevare e ricordare ai legislatori che se sono in Parlamento e' perche' qualcuno ce li ha mandati, e questo qualcuno e' anche nelle aule del Tribunale Civile di Roma e nel cuore e nel diritto di due persone che vorrebbero essere genitori.
 
 
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