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Codice della strada. 30 e autovelox. Facciamo chiarezza
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26 gennaio 2024 13:37
 
 
Il ministro dei Trasporti ha emesso una direttiva per ribadire i propri poteri in materia di limiti di velocità urbana, sostanzialmente per contestare l’entrata a regime del 30 Kmh a Bologna… che non sono una novità in Italia, ma lo è diventata vista l’importanza della città. 

A parte alcuni aspetti sgradevoli di informare da parte del ministro, è stato ribadito che l’autonomia dei Comuni in materia è commisurata alle indicazioni del ministero… che se si vanno a leggere bene i provvedimenti del Comune di Bologna, non sembrano proprio in contrasto: le zone 30 sono realizzate non in tutto il territorio urbano ma in alcune zone individuate seguendo le indicazioni del ministero. E quindi? Dinamiche della politica!

Sulla scia si è inserita (...è continuata) la questione degli autovelox, che dovrà essere confermata dal ministero…. confermando le leggi già esistenti: questi dispositivi devono rispondere ad alcune caratteristiche tecniche e strutturali che, a parte alcuni casi particolari, è difficile che non ci siano.
Il ministero, quindi, non dirà niente di nuovo, sostanzialmente confermando che gli autovelox sono importanti visto che molti incidenti avvengono proprio per l’alta velocità urbana… e nessuno, destra o sinistra che siano le amministrazioni, crediamo intenda farne a meno.

Il problema autovelox è più politico che altro.

Per capire portiamo l'esempio del Comune di Firenze che, oltre ad essere uno dei primi in Italia per sanzioni di questo tipo, ha fatto da apripista. 
L’installazione di alcuni nuovi autovelox più precisi di quelli precedenti (memorizzano la velocità 30 metri prima e dopo l’installazione) ha fatto crescere ulteriormente il multificio urbano, già alimentato dal fatto che la più famosa installazione (viale Etruria) è posta all’inizio di una strada extraurbana (FIPILI) dove il limite è 90…. ma che è tale solo alcune centinaia di metri dopo. Politica furba e discutibile ma legittima. 
Succede che, per nuove installazioni o strumenti che rilevano meglio, i multati crescono… ma si rendono conto di infrangere il codice solo quando arrivano i verbali a casa… verbali che il Comune manda più in là possibile nel tempo (pur sempre nei limiti di legge, 90 gg dall’infrazione) e solo allora, avendo accumulato molte infrazioni, l’automobilista si accorge del non essere stato ligio al codice.
In questi casi di multe seriali Aduc ha consigliato di fare ricorso al giudice di pace, che li ha sempre accolti facendo pagare solo il primo verbale e le spese di notifica dei successivi: non sarebbe stata esercitata la funzione educativa della sanzione ma solo quella punitiva. 

Succede, in pratica, che nelle maglie della legge, i Comuni abbiano trovato il metodo per fare cassa. Fatto molto sgradevole che ha portato all’attuale situazione di “guerra” tra cittadini e amministrazioni. Dove queste ultime in genere si difendono vantando il proprio impegno contro le violazioni del codice e accusando i multati di voler sostanzialmente legittimare il loro essere pirati della strada. 
E chiaro che non è così: un ottimo strumento per la sicurezza, come l’autovelox, è stato strumentalizzato e usato per rimpinguare i bilanci. Si pensi che il Comune di Firenze, ha previsto per il 2024 introiti da multe per 114 milioni, il 15% di tutto il bilancio.

In tutto questo bailamme, il nostro ministro dei Trasporti ha trovato linfa per le proprie politiche, più o meno elettorali, che però non giovano alla sicurezza e al buon vivere dei cittadini. E la mediatizzazione, talvolta poco o male informata, ha fatto il resto.

Qui il video sul canale YouTube di Aduc


 
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