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 FRANCIA - FRANCIA - Assolta madre che aveva ucciso la figlia malata
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Notizia 
10 aprile 2008 0:00
 
Quando la corte d'assise di Val d'Oise ha pronunciato il verdetto di assoluzione sono scattati gli applausi. Nessuno - ne' la giuria popolare, ne' il pubblico presente alla lettura della sentenza in quell'aula di giustizia a nord di Parigi - voleva la condanna di Lydie Debaine, 66 anni, che nel 2005 aveva ucciso la figlia Anne Marie, 26 anni, gravemente handicappata.
Lydie aveva fatto ingerire alla figlia diversi barbiturici - probabilmente per stordirla - prima di annegarla nella vasca da bagno. Era il 14 maggio del 2005.
E' stato un gesto che ha concluso una storia d'amore vero e di sofferenze atroci di tutte e due, madre e figlia, durata 26 anni, l'eta' di Anne Marie. Era nata prematura, con un grave handicap cerebrale. Da anni soffriva di crisi d'epilessia, di terribili mal di testa e di vomito. Anne Marie era invalida al 90% ed aveva l' eta' mentale di una bimba di 5 anni.
Lydie aveva cercato di curarla. L' aveva portata in centri medici specializzati fin da quando aveva 6 anni e fino ai 22.
Poi l' aveva dovuta riportare a casa, perche' non c'era piu' posto in quelle strutture. La sua malattia era incurabile.
'Soffriva troppo, passava giorni e giorni senza dormire', ha testimoniato la madre in aula, riconoscendo completamente i fatti dei quali era accusata, cioe' di aver ucciso la figlia.
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a tre anni di prigione con la condizionale.
E' un momento, questo, in cui in Francia si discute con passione la questione dell' eutanasia, dopo la morte di Chantal Sebire, la donna di 52 anni, colpita da una malattia incurabile, che aveva chiesto invano di essere aiutata a morire. E' stata ritrovata morta, nella sua casa, il 19 marzo scorso.
Ma da anni, in casi come quello di Lydie, la giustizia si mostra clemente nei confronti dei padri e delle madri che uccidono i propri figli handicappati. I pubblici ministeri chiedono sempre condanne con la condizionale, le giurie li seguono. Ma le assoluzioni piene sono comunque rare: l'ultima risale al 1994, quando la corte d'assise del Finistere aveva prosciolto un padre che aveva ucciso il figlio a coltellate.
Il pubblico ministero aveva chiesto per Lydie tre anni di prigione con la condizionale, una pena minima, giustificandola cosi': 'La peggiore delle punizioni Lydie la vive gia' con la perdita della persona alla quale ha dedicato il suo amore e la sua vita'.
La giuria popolare l'ha invece assolta con applausi scroscianti. Lei, Lydie, ha cosi' commentato: 'Non rimpiango il mio gesto, ma mia figlia mi manca'.
La procura della repubblica di Pontoise non vuole fare ricorso contro la decisione della corte d' assise, ma la decisione spettera' alla procura generale di Versailles.
 
 
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