ITALIA - Cassazione: si puo' spiare il coniuge che tradisce
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31 ottobre 2008 0:00
Con la sentenza numero 405677 la Suprema Corte di cassazione ha stabilito un principio particolarmente importante in ordine alla possibilità di documentare e provare in giudizio l`infedeltà coniugale. Qualsiasi luogo liberamente visibile da terzi senza il ricorso ad accorgimenti particolari puó essere oggetto di fotografie o filmati senza che vengano violati la privacy ed il principio di riservatezza delle persone immortalate o filmate. Tuttavia la Suprema Corte di cassazione, specie negli ultimi tre anni, ha sancito l`orientamento giurisprudenziale secondo il quale il tradimento, anche se documentalmente provato, di per se' non costituisce automaticamente motivo di addebito o azioni risarcitorie in danno del coniuge infedele, poiche' l`infedeltà coniugale deve essere valutata caso per caso al fine di stabilire se essa è la causa o la conseguenza della crisi coniugale. In sostanza il coniuge violento o a sua volta traditore non puó prevedere una vittoria processuale laddove si limiti a provare l`infedeltà dell`altro; questo deve dimostrare di aver subito un `ingiusto` tradimento. A spiegare la portata della sentenza della cassazione è il presidente dell`Associazione Matrimonialisti Italiani, Gian Ettore Gassani, che sottolinea come secondo la Suprema corte "al di là di fotografie e filmati i traditi debbono farsi prima un `esame di coscienza` al fine di stabilire se non sono stati essi stessi la causa del tradimento. Tale nuova mentalità giuridico-giudiziaria ha frantumato uno dei principi particolarmente sentiti nel nostro Paese secondo cui ogni infedeltà coniugale era da ritenersi inescusabile", basti pensare che in Italia fino a pochi anni fa esisteva ancora il diritto d`onore.
CHI TRADISCE - Il 60% delle infedeltà coniugali avviene sul luogo di lavoro. L`età piú a rischio, specie per gli uomini, è compresa tra i 40 ed i 50 anni, data la perenne crisi di identità del maschio italiano alla continua ricerca di una seconda giovinezza.
TRADIMENTI OMOSESSUALI E VIRTUALI - In circa il 7% dei processi di separazione e divorzio sono segnalate infedeltà di tipo omosessuale, sia maschile che femminile. Vi è poi la nuova tendenza del cosiddetto adulterio virtuale che si consuma via internet e che in taluni casi ha determinato addebito di separazione se tali tradimenti sono stati considerati dai giudici lesivi del rapporto di fiducia tra i coniugi. Comunque, conclude Gassani, in Italia l`infedeltà non è piú vista in modo tragico tanto che essa è soltanto al secondo posto (con il 40%) tra le ragioni alla base delle fratture coniugali. Al primo posto vi sono le cosiddette incompatibilità caratteriali.