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 ITALIA - ITALIA - Censura tv e giornali, Pdl chiede intervento Garante privacy per 'proteggere' Berlusconi
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Notizia 
18 marzo 2010 10:59
 
Le intercettazioni uscite questi giorni sui giornali che mostrano le costanti pressioni del Presidente del Consiglio su membri dell'Agcom e della Rai per oscurare programmi tv sgraditi preoccupano i parlamentari del Pdl. Tanto da chiedere al Garante della Privacy di valutare un intervento di censura preventiva.
"Difficile trovare il discrimine: la nostra azione, ove preventiva, e' un azione di censura, vietata dalla Costituzione, ove successiva puo' essere un inutile provvedimento rispetto al danno gia' provocato". Francesco Pizzetti, Garante della privacy, non ha dubbi: quella dell'Autorita' - rispetto alla pubblicazione sui media dei testi delle intercettazioni di inchieste in corso, ultima in ordine di tempo quella di Trani - resta "una posizione delicatissima". "Il tema e' estremamente complesso - premette Pizzetti rispondendo alla domanda di Giuseppe Calderisi (Pdl) nel corso di un'audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera - L'attivita' di intercettazione disposta dai giudici implica l'esercizio del potere inquirente dell'autorita' giudiziaria rispetto alla quale l'Autorita' garante si arresta: non possiamo essere noi in grado di giudicare nel caso concreto se le intercettazioni sono troppe o troppo poche, sia per un corretto rispetto dell'indipendenza del potere giudiziario, che e' un valore costituzionale, sia perche' dovremmo avere il fascicolo ed essere partecipi all'indagine", ruolo "impossibile". Nemmeno la comparazione con altri paesi aiuta, ammette il presidente dell'Autorita' - "perche' noi non possiamo ne' dimenticare ne' negare di essere un paese che ha delle specificita', con una quota significativa del territorio in cui sono presenti forme di criminalita' organizzata particolarmente preoccupanti. Certo, credo sia corretto, e l'abbiamo sempre fatto, richiamare i giudici, come logico, alla massima, attenta prudenza in ordine all'uso di questo strumento investigativo". Ci sono casi - ricorda Pizzetti - in cui l'Autorita' ha deciso di intervenire anche senza consenso (per le foto prese all'interno di domicili privati, ad esempio) ma in altri casi, piu' border line, "la nostra difficolta' e' evidente, e sentiamo la responsabilita' di poter essere, da un lato, un indebito strumento della limitazione della liberta' di stampa, e dall'altro, non garantire sufficiente tutela del diritto alla protezione del dato personale". Per Pizzetti, nel codice di procedura penale manca "un punto di equilibrio tra diritto alla difesa e disvelamento delle prove acquisite nell'indagine": "e' un tema su cui l'Autorita' ha piu' volte richiamato l'attenzione", un "fenomeno che deve essere oggetto di attenta riflessione: e' giusto che il Parlamento se ne occupi".
 
 
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