Gli italiani tirano sempre piu' la cinghia, stretti nella morsa dell'inflazione, e crollano le vendite al dettaglio, soprattutto quelle dei generi non alimentari. Ad aprile, in base ai dati Istat, e' stata registrata una flessione annua del 2,3%, la peggiore dal 2005 quando il calo fu del 3,9%. La variazione mensile e' stata invece nulla. In picchiata soprattutto le vendite dei beni non alimentari con una flessione del 3,4% mentre per quelli alimentari il calo e' dello 0,8%. E cosi' qualche rinuncia e' d'obbligo: dalle scarpe (-6,4%) all' abbigliamento (-5%), dai giocattoli (-4,9%) ai casalinghi (-4,2%) alla cartoleria e ai giornali (-3,4%) agli utensili per la casa (-3,4%) ai gioielli (-2,8%) e ai cosmetici (-2,7%). A farne le spese soprattutto le 'botteghe', ossia le imprese che operano su piccole superfici con un calo del 4,1% mentre per tutte le forme della grande distribuzione si registrano aumenti, ad eccezione degli hard discount, che segnano una variazione nulla.