Ci sono le idee e le intuizioni di Giovanni Falcone, il suo metodo investigativo, la sua visione della lotta alle mafie nella risoluzione italiana approvata all'unanimità, a Vienna, dalle 190 nazioni che hanno partecipato alla Conferenza delle Parti sulla Convenzione Onu contro la criminalità transnazionale (Convenzione di Palermo). Delegazioni diplomatiche di tutto il mondo, esponenti delle istituzioni e della società civile, ong tra le quali la Fondazione Falcone, per quattro giorni, sotto l'egida dell'Unodc (l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine), hanno discusso dello stato della lotta alle mafie nel mondo e di come migliorare e rendere più efficace la Convenzione di Palermo, il primo strumento legislativo universale contro la criminalità organizzata transnazionale ratificato nel 2000 e fortemente voluta dal magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 a Capaci. Nella risoluzione si rende un "omaggio speciale al giudice Giovanni Falcone, il cui lavoro e sacrificio ha aperto la strada all'adozione della Convenzione" e si afferma "che la sua eredità sopravvive attraverso l' impegno globale per la prevenzione e la lotta alla criminalità organizzata". E' la prima volta che in una risoluzione internazionale si fa riferimento al contributo di una singola personalità. La delegazione italiana era costituita dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dall'ambasciatore italiano Alessandro Cortese, dal consigliere giuridico Antonio Balsamo, e dal primo segretario Luigi Ripamonti. Tra i 'suggerimenti' indicati nel documento italiano agli Stati: l'adozione delle misure patrimoniali - sequestri e confische - che dal 1982 in Italia si rivelano uno strumento utilissimo nella lotta ai clan, l'uso sociale dei beni tolti alle mafie, l'invito alla costituzione di corpi investigativi comuni che facciano uso delle più moderne tecnologie, l'estensione della Convenzione di Palermo a nuove forme di criminalità come il cybercrime e i reati ambientali ancora non disciplinati da normative universali e il potenziamento della collaborazione tra gli Stati, le banche e gli internet providers per il contrasto alla criminalità transnazionale. La Convenzione di Palermo, che il 15 novembre compirà 20 anni, è l'unico strumento legalmente vincolante a livello mondiale contro la criminalità organizzata transnazionale. La ratifica da parte di 190 Paesi segnò un traguardo importantissimo nella lotta alle mafie e l'avverarsi del sogno di Giovanni Falcone che dagli anni 80 aveva compreso il rischio che la criminalità organizzata diventasse un problema globale l'importanza di un impegno corale degli Stati.
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