Le Figaro ha potuto assistere, in esclusiva mondiale, al lavoro quotidiano del primo assistente anestesista che non cede alla stanchezza. E' il prototipo di uno strumento automatico, incaricato dai medici anestesisti di pilotare, in loro presenza e sotto il loro costante controllo, lo stato di narcosi e il ritorno alla coscienza delle persone operate. Come in un sistema di pilotaggio automatico di un aereo, l'apparecchio informatico dirige la profondita' del sonno e la lotta al dolore durante l'intervento chirurgico.
All'ospedale Foch (Suresnes), dove i medici Chazot e Liu stanno perfezionando i loro prototipi, solo due sale operatorie su dodici dispongono del robot anestesista, ma molti ospedali, e non solo francesi, partecipano a questa ricerca biomedica multicentrica. Il progetto, che coinvolge 50 ricercatori, nasce nel 1980, quando gli anestesisti rivelano che un piccolo numero di pazienti (uno su mille) e' in grado di raccontare esattamente come si e' svolto l'intervento. La causa del loro stato vigile e' essenzialmente un dosaggio insufficiente d'anestetico. Ma ecco che una macchina infaticabile puo' supplire alla bisogna.