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 RUSSIA - RUSSIA - Strategie antidroga: censurare i libri che parlano di stupefacenti
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Notizia 
12 novembre 2009 10:06
 
Si potrebbe dire che la Russia sta seguendo la via italiana della censura della libertà di espressione con la scusa di combattere il consumo di droghe. Libri di scrittori quali lo spagnolo Arturo Pérez-Reverte o degli statunitensi Tom Wolfe e William Burroughs sono stati inclusi nella lista nera del Servizio Antidroga russo, essendo ritenuti un incitamento al consumo di stupefacenti. Lo scandalo è venuto alla luce dopo che una bibliotecaria della cittadina di Orsk (Urali) ha denunciato sul suo blog che le autorità avevano inviato alle biblioteche un elenco di 37 libri con la raccomandazione di non darli ai lettori. La lista delle opere giudicate una forma di propaganda per droghe e sostanze psicoattive era stata diffusa dal Dipartimento della cultura del municipio, su istanza dell'ufficio locale del Servizio Federale della lotta Antidrodga russo (SFLA). Oltre alle opere di scrittori del secolo scorso e attuali, la lista include anche monografie su sostanze psicotrope e allucinogene di scienziati di fama mondiale, come lo psichiatra statunitense d'origine ceca Stanislav Grof, e un manuale per la coltivazione di funghi. Il quotidiano Novie Isvetzia sottolinea che la lista comprende pezzi marginali e opere classiche della letteratura, e che sono tutti in libera vendita e scaricabili da internet. L'esistenza della lista nera ha indignato la stampa russa, la quale non dimentica altre campagne simili del Servizio Antidroga, come la persecuzione giudiziaria dei veterinari che impiegavano anestetici negli  interventi sugli animali domestici. 
La risonanza mediatica ha obbligato il Servizio Antidroga di Orsk a fare marcia indietro e a parlare di una semplice raccomandazione, mentre il portavoce ufficiale di SFLA, Nikoali Katashov, ha spiegato che "non c'era, non c'è né potrà esserci nessuna lista di libri proibiti giacché la letteratura può essere ritirata solo su decisione dei tribunali". Ha aggiunto che si è trattato di un'iniziativa particolare di alcuni funzionari locali, frutto di zelo professionale eccessivo e poco intelligente.
 
 
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