Fiore all’occhiello delle politiche contro il caro prezzi del governo, il trimestre anti inflazione è proprio una bufala. Non da parte dei commercianti che vi hanno aderito… chi non vi avrebbe aderito con tanto di pubblicità gratuita da parte del governo e nessun obbligo se non modulare in modo diverso i soliti sconti e mettere qualche cartello in più nei negozi? …ma è una bufala da parte del governo.
Prima di tutto perché riguarda solo poco più dell’1% dei cosiddetti poveri (Istat informa che i poveri assoluti in Italia sono più del 9%), e l’altro 99% della popolazione, non soffre delle fiammate dei prezzi?
Poi perché, trimestre anti inflazione o meno, nei negozi non c’è nessuna novità negli sconti per i consumatori. Non solo ma, per esempio nei supermercati, i prezzi scontati per il “trimestre” sono minori e più limitati degli altri.
Ma non ci sono solo i supermercati che hanno aderito al "trimestre" ma anche, per esempio, le farmacie.
Abbiamo osservato la vetrina di una farmacia a Firenze. Molte offerte, tra scarpe di vario tipo e prodotti sanitari tipici scontati fino al 50%. C’è un cartello specifico che elenca la scontistica del “trimestre” e riguarda solo i prodotti di produzione diretta della farmacia, prodotti che in genere, vantando una certa qualità, costano di più di quelli standard. Lo sconto applicato è del 10% e, per esempio, per un burro di cacao il prezzo scontato è di 4,05 (prezzo originario 4,50). Un burro di cacao “standard” (Labrosan) in una catena di supermercati accanto alla stessa farmacia, senza sconto di nessun tipo, viene venduto a 1,44. E così anche per gli altri prodotti pubblicizzati. Ok, non è il super burro di cacao di produzione a kmzero… ma insomma… La nostra farmacia/atelier ha colto l’occasione commerciale per forse vendere meglio le proprie produzioni: una scelta indiscutibile…. ma che c’entra con la lotta all’inflazione?
Una conferma che il “trimestre” del governo è una bufala, ennesima occasione del governo per fare propaganda non alle proprie virtù ma alle furbizie, con i commercianti - consapevoli o meno - che si prestano.
Questi sono i risultati di una sorta di “ideologia del malessere” (1), dove si usano le difficoltà di consumatori e contribuenti non per alleviare o risolvere queste difficoltà, ma per portare acqua ad un potere ideologico che si ritiene salvifico… malafede o buona fede, poco importa.
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