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Legalizzazione cannabis in Francia. C'e' un dibattito? Panorama e opinioni
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Articolo di Redazione
5 ottobre 2016 16:32
 

 Legalizzare la cannabis inquadrandola come i giochi online: e' la proposta del club di riflessione Terra Nova, classificato a sinistra, in un rapporto pubblicato martedi' 4 ottobre.
Il think-tank propone la creazione di una “Autorita' di regolamentazione della cannabis (ARCA)” rifacendosi all'Autorita' di regolamentazione dei giochi online (Arjel) per “sfiancare da una parte il mercato illegale” e “dall'altro farsi carico di un problema sanitario”. Ad aprile, il ministro delle Relazioni con il Parlamento ed ex-medico, Jean-Marie Le Guen, aveva perorato un “meccanismo di legalizzazione controllata ma soprattutto con delle politiche di educazione e di sanita' pubblica”, rivendicando “un approccio sanitario” e riconoscendo che “la proibizione non porta alla diminuzione del consumo di cannabis”.
Il dibattito non e' nuovo, ed e' vecchio cosi' come la legge del 31 dicembre 1970 “relativa alle misure sanitarie di lotta contro la tossicodipendenza”. In Europa, i Paesi Bassi hanno largamente depenalizzato e regolamentato la vendita e il consumo di cannabis nel 1976, mentre altri Paesi come Spagna e Belgio tollerano il consumo e il possesso o la produzione.
Per fare chiarezza sul punto, ecco le argomentazioni degli oppositori e di quelli che sono favorevoli ad una depenalizzazione, i risultati di studi, l'evoluzione del diritto, i numeri della giustizia e delle operazioni di polizia.

 

Di cosa si parla?
 

Jean-Marie Le Guen
(ministro delle relazioni col Parlamento)
“La repressione come noi l'applichiamo oggi, sia ai consumatori di cannabis che ai produttori o ai rivenditori, non funziona. Bisogna collocare il dibattito sul terreno sanitario, e non su quello della morale. C'e' da capire se una situazione di 'legalizzazione controllata' sia piu' efficace per ridurre il traffico e il consumo””.

 

Come? Il semplice consumo e' anch'esso represso?

I dati
Secondo i codici ufficialmente si':
- per il consumo la legge e' chiara: “l'uso illegale di una delle sostanze o piante classificate come stupefacenti e' punito con un anno di prigione e 3.750 euro di ammenda”;
- per la detenzione le pene possono arrivare fino a 7,5 milioni di euro, e dieci anni di prigione;
- la produzione o fabbricazione di stupefacenti, le pene sono di 20 anni di prigione (30 nel caso in cui ci sia correlazione con una banda organizzata).

Stéphane Le Foll 
(portavoce del Governo)
In questo momento non c'e' un dibattito. Non ci sono delle “linee di lavoro o di riflessione che siano state intraprese in materia”.

Najat Vallaud-Belkacem 
(ministro dell'Educazione nazionale)
“Il Governo non si e' espresso chiaramente, non c'e' in vista una depenalizzazione della cannabis”

 

Bene, ok, ma questo vuole dire che i fumatori di spinelli sono mandati in prigione?


Secondo i codici, in teoria si', in pratica e' molto raro. A partire dal 1978 il ministero della Giustizia ha una sorta di trattamento diverso tra i consumatori di marijuana e gli altri:
- maggio 1978: la “circolare Peyrefitte” preconizza di operare una distinzione tra cannabis e le altre droghe,
- maggio 1987: la “circolare Chalandon” introduce una differenza tra consumatori occasionali e quelli abituali,
- giugno 1999: la “circolare “Guigou” raccomanda misure alternative piuttosto che perseguire le persone per “semplice consumo”,
- aprile 2005: la “circolare Perben” auspica una risposta penale sistematica ma adattata alla bisogna. In caso di possesso semplice, e' previsto un richiamo alla legge,
- febbraio 2012: una nuova circolare con la medesima impostazione raccomanda degli stage per i consumatori non dipendenti, e della azioni inibitorie terapeutiche per gli altri,
- ottobre 2015: il decreto di applicazione della “transazione penale” autorizza gli ufficiali di polizia giudiziaria a proporre un'ammenda per i piccoli rati, pagabile immediatamente.

 

Perche' questi rilassamenti?

I parlamentari favorevoli alla depenalizzazione
Il numero di casi e di infrazioni legati al consumo della cannabis e' in crescita: 14.000 casi nel 1990 contro i 106.000 del 2010. Su questi casi, nel 2010, solo il 10% riguardava dei rivenditori.

Xavier Bertrand 
(ministro della Sanita' dal 2010 al 2012)
“Non e' perche' un prodotto e' depenalizzato che di conseguenza non c'e' del contrabbando. Coloro che insistono nel dire 'si depenalizza per regolamentare il problema” sbagliano totalmente ed e' un errore pericoloso per i nostri giovani”.

I successivi ministri della Giustizia
I casi per “consumo illegale di stupefacenti” aumentano sensibilmente ed ingolfano i tribunali, in considerazione del fatto che la meta' dei casi finiscono con una ammenda o una pena alternativa”.

Osservatorio nazionale sulla delinquenza (ONDRP)
Come abbiamo pubblicato sul nostro ultimo rapporto, il numero di arrestati per traffico locale di cannabis si e' moltiplicato circa per cinque negli ultimi venti anni, con una media di circa 1.600 arresti nel 1990 che sono diventanti 6.300 alla fine del 2000.

Patrick Mennucci 
(deputato della Bouches-du-Rhône)
“Fintanto che il mercato della cannabis esistera' e sara' nell'illegalita', dei gruppi di malfattori si batteranno per controllarlo. Lo Stato deve legalizzare la cannabis, creare una filiera ed un monopolio di Stato assicurandone la distribuzione. Si tratta dell'unica soluzione per privare queste reti di questa attrattiva e dei considerevoli mezzi finanziari” (3 aprile 2016).

 

Si consuma molto?
Ne vale proprio la pena di parlarne, riguarda molte persone?

Manuel Valls
(primo ministro)
“Si puo' sempre parlare della legalizzazione, ma per quanto concerne il governo, il dibattito e' chiuso”.

La Francia e' il Paese d'Europa che conta il piu' grande numero di consumatori secondo l'Osservatorio europeo su droghe e tossicodipendenza (nella popolazione di 15-64 anni nel 2015:
- 40.9% di francesi ha gia' consumato cannabis
- 35,6% di danesi
- 30,4% di spagnoli
- 25,7% di olandesi
In Francia, nel 2013, 3,8 milioni di persone hanno dichiarato di aver consumato cannabis durante l'anno, secondo l'Observatoire français des drogues et des toxicomanies (OFDT).

 

E la pericolosita'?

Si parla di quantita' consumata, nella legge, nei tribunali; ma quali sono gli effetti della cannabis sulla salute?
 

Drogue info service
Qualunque sia la frequenza di consumo, anche nel caso di una prima volta, il consumatore si espone a:
- caduta dell'autocontrollo e rallentamento dei riflessi,
- limitazione delle capacita' e dell'interesse ad imparare o a realizzare cose che implicano una concentrazione; apparizione di turbe passeggere come l'ansia, crisi di panico o paranoia, uno stato depressivo che puo' necessitare di una ospedalizzazione,
- manifestazione di turbe mentali durevoli presso alcune persone fragili, come l'aggravio di turbe mentali nelle persone che soffrono di queste patologie. I rischi di bronchite e di cancri sono maggiori quando la cannabis e' associata al tabacco.

I dati
Nel 1998, il professore Roques, membro dell'Accademia delle Scienza, aveva presentato un rapporto al Senato in cui classificava la pericolosia' delle droghe, sia psichicamente che fisicamente. La valutazione riguardava anche la pericolosita' sociale.
Comparando eroina, alcool, tabacco, cocaina, MDMA o la cannabis, lo scienziato ha stabilito che le dipendenze fisiche e psicologiche della cannabis erano deboli. Che la sua neurotossicita' era nulla, che il pericolo sociale era debole (tranne che nel condurre un'automobile). Di tutte le droghe analizzate, la cannabis e' l'unica in cui tutti i risultati sono deboli, praticamente nulli.

 

D'accordo, ma le conseguenze sugli adolescenti? Per la loro crescita?


Madeline H. Meier
(psicologa americana dell'Universita' di Duke)
Uno studio effettuato su mille neozelandesi di Dunedin, prendendo in considerazione un periodo di 25 anni, ha permesso di comparare il loro quoziente d'intelligenza (QI) di 13 e di 38 anni, i primi consumatori regolari di cannabis, includendo anche prima dei venti anni e dopo i trenta anni, gli altri no.
Dopo i 25 anni, uno scarto di otto punti tra i fumatori e non fumatori e' stato rilevato, secondo questo studio condotto in collaborazione con il King's College di Londra e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America.

INPES (Institut de prévention et d'éducation à la santé)
L'uso di cannabis provoca un effetto sulla memoria e diminuisce la capacita' di apprendimento delle cose nuove e nel ricordarsene. Alcuni studi mostrano che l'uso precoce di cannabis da parte dei giovani con meno di 14 anni puo' alterare le loro capacita' cerebrali.

Professore Bertrand Dautzenberg
(pneumologo dell'ospedale della Salpêtrière)
La cannabis e' un prodotto pericoloso e occorrono delle regole… considerando che in Francia noi consumiamo la forma piu' tossica con resina di cannabis e del tabacco. La nostra legislazione favorisce il pericolo. Una depenalizzazione -e sarebbe una conseguenza meccanica- creerebbe dei prodotti etichettati, tracciabili e di migliore qualita'. La cannabis in Francia oggi, e' come l'alcool ai tempi della proibizione.
La legge Evin, inquadrando il tabacco e l'alcool, ha avuto come conseguenze due volte in meno di sigarette vendute per ogni francese rispetto al 1991, data in cui fu approvata, e il 25% in meno di consumo di alcool. Al contrario, per la cannabis, con questo divieto totale, noi constatiamo un aumento del 20% dalla medesima data. (29 gennaio 2016)

 

Ed economicamente?
Se fosse legale, quali sarebbero le conseguenze?
 

Think tank Terra Nova
 Abbiamo schematizzato degli scenari di una legalizzazione in Francia. Secondo i nostri calcoli, la politica repressiva costa 568 milioni di euro ogni anno (300 dei quali solo per gli arresti).
Una legalizzazione o una depenalizzazione porterebbe circa 2 miliardi di euro allo Stato, secondo gli scenari.

Jean-François Copé 
(deputato-Sindaco di Meaux)
“Se si banalizza la cannabis, sara' come consumare delle sigarette”.

 

Cosa accade nei Paesi in cui la legge e' diversa?
 

Paesi Bassi
Abbiamo legalizzato la cannabis nel 1976, vietandone la pubblicita' e la sua coltivazione, si' che fossero mantenuti dei prezzi alti. Secondo un studio della molto importane Universita' di Berkeley, dopo circa quaranta anni:
- noi consumiamo meno cannabis per ogni abitante rispetto ad altri Paesi europei.
- la percentuale di 15-24enni che consumano e' passata da 14,3 a 11,4 tra il 1997 e il 2005,
- separando i mercati, le linee tra consumatori di cannabis e consumatori di droghe pesanti, sono piu' tenui.

Colorado
Nel nostro piccolo Stato di 5,3 milioni di abitanti, abbiamo completamene legalizzato la coltivazione, la vendita e il consumo di cannabis nel 2014. Il primo anno, secondo il Fisco del Colorado, abbiamo incassato 55,9 milioni di euro (63 milioni di dollari) di imposte e tasse supplementari. Nel 2015, questa cifra e' pressocche' raddoppiata per attestarsi a 90 milioni (101,3 milioni di dollari).
E' il risultato della nostra politica fiscale che e' simile a quella dell'alcool; noi tassiamo la marijuana del 25% e questo ci ha portato un introito fiscale maggiore di quello dell'alcool.

The Economist
Noi siamo “risolutamente liberali” e consideriamo che legalizzare la cannabis priverebbe il crimine organizzato della sua piu' grande risorsa di reddito, proteggendo i consumatori, che diventerebbero degli onesti cittadini.
Nel caso di una legalizzazione concreta, trovare il buon livello d'imposizione fiscale sarebbe facile. Se e' troppo basso, ne sara' incoraggiato il consumo. Se e' troppo alto, si perderebbe uno dei benefici della legalizzazione: far sparire i mercati neri.
Il modello che noi di The Economist abbiamo scelto? Gli Stati Uniti d'America dopo il proibizionismo degli anni 1920. Le tasse sull'alcool sono state molto abbassate, per far scappare i contrabbandieri, prima di essere poi razionalizzate.

(articolo di Pierre Breteau, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 05/10/2016) 

 
 
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