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Prodotti ignifughi delle tappezzerie. Rapporto: molto pericolosi per la salute
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Articolo di Redazione
24 ottobre 2015 17:11
 
E' uno dei rapporti piu' sconcertanti che sia mai stato fatto. L’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (Anses) ha pubblicato, lo scorso 22 ottobre, una perizia molto attesa sui prodotti ignifughi, che vengono aggiunti ad alcune tappezzerie di mobili, materiali elettronici, tessili, sintetici, etc. La perzia sottolinea che queste molecole presentano dei rischi per salute e ambiente, ma non benefici -dimostrati- nella prevenzione degli incendi.
Gli scienziati dell'Anses lo presentano con una attenuazione tipica dei linguaggi dei periti: e' plausibile che i prodotti ignifughi abbiano avuto, in circa quaranta anni di utilizzo, solo una utilita' marginale, o nulla. I rischi sono ben reali: alcuni di questi componenti sono cancerogeni, perturbatori endocrini, tossici per la riproduzione, persistenti o neurotossici. O anche tutti insieme questi pericoli.
Stato volatile
L'Anses era stata interpellata nel 2011 dalla Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes (DGCCRF). Oggi, le norme francesi non impongono l'uso di prodotti ignifughi nelle tappezzerie dei mobili, se non nei casi in cui questi stessi siano destinati a luoghi pubblici (cinema, teatri, etc.). La DGCCRF si e' interrogata sull'utilita' eventuale di una generalizzazione di questa norma ai mobili ad uso privato, come accade in alcuni Paesi (Regno Unito, Usa).
Nei risultati della sua indagine, l'Anses risponde in modo negativo e raccomanda di “privilegiare dei metodi alternativi all'uso” di questi prodotti. In base ai dati britannici e americani disponibili, gli stessi “sono sufficienti per concludere che il trattamento ignifugo delle tappezzerie dei mobili contribuisce in modo significativo alla diminuzione della frequenza e della gravita' degli incendi domestici”, scrivono gli esperti dell'Anses. In seguito all'esame della vasta gamma delle molecole utilizzate, mostra un certa preoccupazione. In base alle loro caratteristiche chimiche, le stesse possono trasferirsi dalle tappezzerie e accumularsi nelle polveri domestiche che finiscono per essere ingerite o inalate, o anche ritrovarsi all'interno degli stati volatili.
Questi composti ignifughi sono molto diversi e numerosi. “Noi ci siamo limitati alle sostanze che abbiamo esaminato in 22 prodotti ignifughi, scelti tra quelli che sono in circolazione, o che potrebbero essere potenzialmente piu' utilizzati se la regolamentazione si rinforzasse”, spiega Christohe Rousselle, capo dell'unita' di valutazione delle sostanze chimiche presso l'Anses. Tutte le molecole esaminate presentano, a gradi diversi, dei rischi sanitari e ambientali. Una parte importante di esse sono organofosfati con dei componenti chiamati “polibromurati”. Questi ultimi sono utilizzati d numerosi anni, e il loro uso e' stato fortemente ristretto in diversi Paesi.
Essi sono anche tra quelli meglio studiati. E lo spettro dei loro effetti e' presente nell'inventario Prévert. Alcuni di essi hanno degli effetti sulla tiroide. “Questi effetti sono stati messi in evidenza presso gli animali, e diversi studi sulle donne incinte hanno mostrato un legame tra l'esposizione ai PBDE (una famiglia di prodotti ignifughi polibromi) e una alterazione di alcuni ormoni tiroidei”, nota il rapporto dell'Anses. Sono stati evidenziati anche degli effetti neurotossici, aggiungono gli esperti, “delle anomalie comportamentali e cognitive si producono sugli animali dopo una loro esposizione prenatale e/o postnatale ad alcuni PBDE”.
Questi effetti rilevati sugli animali da laboratorio sono anche stati notati sull'uomo. “Dei livelli di carico corporeo relativamente elevati, sono stati trovati su dei neonati e dei bimbi cosi' come nel latte materno. Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato una relazione, relativamente ai bambini, tra l'esposizione prenatale e postnatale ai PBDE, da una parte, e certi effetti, da un'altra parte: basso peso alla nascita, bassa capacita' di girare la testa e di petto, diminuzione delle funzioni di coordinamento motorio, di cognizione e di concentrazione”.
Alterazione della mascolinizzazione
Altri studi hanno ugualmente messo in evidenza gli effetti tossici per la riproduzione di queste sostanze. “con in particolare una perturbazione degli ormoni coinvolti nelle funzioni riproduttive”, da cui un'alterazione della mascolinizzazione dei giovani ragazzi, una perdita di peso nei testicoli e nelle ovaie, e una minore produzione spermatica.
Inoltre, alcuni prodotti vivono molto a lungo. Una volta messi in circolazione nell'ambiente, essi si accumulano lungo la filiera alimentare. Diversi polibromi, anche se vietati da decenni, sono oggi presenti nell'ambiente, nella fauna selvaggia e in numerosi grassi animali. “Una parte dell'esposizione delle popolazioni umane proviene probabilmente dall'alimentazione”, dice Dominique Gombert, direttore delle valutazioni dei rischi all'Anses.
“E' innegabile che queste sostanze rappresentino un pericolo potenziale -spiega Bombert-. Ma abbiamo pochi dati sull'esposizione della popolazione francese e non sappiamo con precisione se questo livello di esposizione rappresenti o meno un rischio”. Per le sostanze piu' recenti, i rischi sono ancora piu' difficilmente quantificabili. Inoltre, gli esperti delle agenzie pubbliche non sanno sempre con precisione in quali prodotti essi si trovino... Eppure sono proprio li'. Le misurazioni fatte su un campione di trenta case francesi, mostrano la presenza di differenti prodotti ignifughi nelle polveri domestiche.
Comunque, in generale la popolazione francese e' probabilmente meno esposta rispetto alle popolazioni britanniche o californiane. Dal 1975, la regolamentazione anti-incendio e' stata molto limitata nel grande Stato dell'Ovest americano, inducendo quindi ad utilizzare i prodotti ignifughi “sui componenti della biancheria da letto, pigiami per bambini o fasciatoi”, spiega Benoit Vergriette, capo dell'unita' sui rishi e la societa' dell'Anses. A novembre del 2013, la California ha fatto marcia indietro, abrogando la sua regolamentazione per evitare l'uso sconsiderato di queste sostanze negli oggetti della vita quotidiana.

(articolo di Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 24/10/2015) 
 
 
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