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ICE (In Caso di Emergenza). OVVERO: COME UN PROMEMORIA SUL CELLULARE
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 aprile 2008 0:00
 
Ho ritrovato in questi giorni un appunto volante preso parecchio tempo fa su indicazione di un'amica che sa che curo queste noterelle quindicinali. L'avevo trascurato, molto probabilmente, perche' mi obbliga a soffermarmi sull'eventualita' (non poi cosi' remota, e tanto piu' sgradevole) che mi accada qualcosa come un incidente o un accidente, non importa se a cento metri o chilometri da casa, e si debba di conseguenza avvertire qualcuno che mi conosca e possa dare informazioni e disposizioni del caso. (E l'interessante e' che la ritrosia ad affrontare l'argomento si manifesta ancora, benche' siano per lo meno dieci anni che tengo nella carta d'identita', insieme con la tessera sanitaria, un biglietto con un paio di nomi e numeri di telefono utili per l'evenienza).
Adesso pero', eccomi qua, per contribuire a dare un'informazione che forse non tutti conoscono e che, entro certi limiti, mi sembra interessante.
La sostanza
Molto semplicemente si tratta di inserire la sigla ICE, che sta per In Caso di Emergenza, nella rubrica del cellulare, seguita dal nome (e numero di telefono) della persona che si desidera sia contattata, appunto, nel caso di un'emergenza che ci impedisca di agire direttamente. Nel caso in cui vogliamo dare piu' indicazioni, il suggerimento e' di scrivere: ICE1 XY; ICE2 WZ, eccetera. In questo modo, i soccorritori potranno mettersi in contatto immediato con la prima persona rintracciabile, informarla di che cosa ci e' accaduto e dove ci troviamo e, cosa molto importante, chiederle informazioni sul nostro stato di salute, se, per esempio, siamo allergici a dei farmaci, seguiamo particolari terapie, e cosi' via.
Come ho gia' accennato, l'idea mi sembra buona; e' di facilissima attuazione, non costa niente e sembra pratica e risolutiva, se davvero, nei casi gravi, i soccorritori sono portati a consultare la rubrica del cellulare alla ricerca di un contatto utile a dare e ricevere informazioni sulla persona soccorsa -indicazione che spesso e' difficile, se non impossibile, trovare velocemente.
Naturalmente, questo accorgimento non dovrebbe impedire di portare sempre con se', accanto al documento di identita', anche un foglio con nomi, indirizzi, numeri di telefono e altre informazioni utili agli eventuali soccorritori; a maggior ragione se abbiamo delle caratteristiche che rendono necessaria un'attenzione particolare a livello sanitario. Oltre tutto, bisogna pensare che il cellulare potrebbe essere inutilizzabile per i motivi piu' svariati.
 
Un po' di storia …
Una volta deciso di trattare questo argomento, ho fatto una veloce ricerca su Internet per saperne di piu'. La prima cosa che ho trovato e' stata la voce ICE di Wikipedia (clicca qui, che riporta anche un simbolo, che si suggerisce di riprodurre e attaccare sul cellulare proprio per segnalare la presenza di questo codice nella rubrica telefonica. Il simbolo consiste in un quadrato di colore arancione, nel quale e' disegnata una specie di grande asterisco azzurro, al cui centro spicca, in bianco, la sigla "ICE". Questo simbolo, secondo Wikipedia, e' opera di un infermiere di Syracuse (New York), che si chiama Mark Balduzzi, e risale al mese di luglio 2005.
L'idea iniziale dell'ICE, pero', e' di pochi mesi anteriore. Venne infatti nell'aprile/maggio 2005, a un paramedico britannico di nome Bob Brotchie, in forza presso lo East Anglian Ambulance Service. Gli attentati del 7 luglio di quell'anno, con la loro drammaticita', mostrarono l'importanza di un accorgimento del genere, e fu cosi' che questa idea trovo' risonanza e accoglienza immediata soprattutto nei paesi di lingua inglese.
(Informazioni, per cosi' dire, alla fonte si trovano sul sito della britannica BBC clicca qui
e dell'americana CBS (su cui si puo' anche ascoltare l'intervista a Brotchie
clicca qui).
 
… con qualche dubbio
 A quel che sono riuscita a capire, navigando sui siti italiani che si sono interessati all’iniziativa, la notizia dovrebbe aver preso piede da noi ai primi del 2007, ed e' stata diffusa come un appello della Protezione civile che suona cosi':
 "Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che, molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile.
Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri elencati in rubrica.
Gli operatori delle ambulanze hanno l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da chiamare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito.
Lo pseudonimo internazionale conosciuto e' ICE (In case of Emergency).
E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare, utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai vigili del fuoco o dai primi soccorritori.
In caso vi fossero piu' persone da contattare si possono utilizzare piu' pseudonimi: ICE1, ICE2, ICE3, etc..
Facile da fare, non costa niente e puo' essere molto utile

Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio affinche' cio' rientri nei comportamenti abituali di ognuno di noi.".

L'appello e' stato raccolto e messo in rete non solo da diversi siti privati, ma anche da alcuni ufficiali di Comuni, Province, e persino della Polizia di Stato di qualche citta'.
In realta', sembra che la Protezione civile non c'entri per niente, e allora nelle menti di alcuni si e' insinuato il dubbio che il tutto non fosse che una bufala. Una ricerca in merito e' stata fatta su clicca qui, a cui rimando per curiosita'.
A ben guardare, pero', l'informazione non contiene alcun inganno se ci si limita a recepirla nella sua semplicita'. Anzi, rappresenta un invito utilissimo a pensare a un evento sgradevole ma possibile e a prendere le misure per non ritrovarci del tutto abbandonati alla nostra sorte, magari in un posto lontano da casa, dove nessuno, ma proprio nessuno sa chi siamo. E quindi, ben venga la sigla ICE sul cellulare e, in rinforzo, un appunto scritto con carta e penna allegato a un documento di identita'.
Diverso e' il discorso quando vi si inseriscano le compagnie telefoniche per offrire l'ICE come un loro servizio. Anche qui, finche' le compagnie telefoniche si limitassero a prevedere in rubrica un'apposita voce che preceda tutte le altre, come sembra abbia chiesto lo stesso Brotchie, niente di male, anzi. Ma se tali compagnie (o altre ancora) vi si dovessero insinuare, per esempio, imponendo un numero centralizzato, sul quale l'utente dovrebbe registrare i numeri telefonici desiderati e, magari, anche informazioni sulle proprie condizioni di salute, allora, ovviamente, la cosa darebbe adito a delle preoccupazioni, e bisognerebbe esigere una perfetta trasparenza.
Comunque, il problema sollevato dal paramedico britannico esiste e non stupisce che l'appello sopra riportato sia stato attribuito alla Protezione civile. A riprova, c'e' chi vende gia' servizi di questo tipo, come fa clicca qui, che segnalo a chi sa l'inglese meglio di me e puo' dare una valutazione piu' corretta della proposta li' avanzata.
 
Per finire
L'unico problema che resta, comunque, e' quello relativo al funzionamento del cellulare. Se il cellulare non esiste, non si trova o non e' utilizzabile, che si fa? Avendo compiuto, in nome di razionalita' e ragionevolezza, il passo emotivamente non facile di segnalare le persone da contattare nel caso ci capiti un incidente grave, potremmo farne un altro, cioe' quello di capire che la vita ha i suoi a volte sorprendenti percorsi e contiene una certa misura d'imponderabilita', a cui sembra saggio affidarci. Con serena consapevolezza.
(a cura di Annapaola Laldi)
 
 
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