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Scurati – chi ha voluto silenziarlo?
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
22 aprile 2024 10:23
 
 Mi pare che questo periodo, che stiamo vivendo, ci fa sentire quanto sia valida la il pressante invito “: ORA E SEMPRE RESISTENZA, col quale Calamandrei chiuse la sua epigrafe al maresciallo Kesserling, autore di diverse stragi di innocenti nell’Italia occupata dal 1943 al 1945.
Oggi, e proprio alla vigilia del 25 aprile, la data in cui si ricorda e si celebra la liberazione definitiva dall’occupazione e dal giogo nazi-fascista, oggi,  come poche altre volte negli ultimi 79 anni di storia italiana, noialtri italiani siamo chiamati a RESISTERE alla strisciante diffusione del fascismo che si sta affermando con sempre maggiore sfacciataggine nelle tante pieghe della nostra vita politica, civile, culturale, morale. Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia, si tengono ancora bella stretta l’insegna della fiamma tricolore voluta dal fascista Giorgio Almirante per il suo “Movimento sociale italiano”, col quale, a sua volta, si insinuò abilmente, furbescamente nel Parlamento dell’Italia repubblicana nata dalla Resistenza, senza mai prendere davvero le distanze dal Fascismo e dalle sue nefandezze.
Perché siamo chiamati proprio oggi alla Resistenza?
Perché è successo un fatto in RAI che è molto inquietante. Dopo aver annunciato, su RAI 3 (trasmissione “Che sarà”, condotta da Serena Bortone), un monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati, la sera prima il monologo viene bloccato, senza alcuna spiegazione – così viene dichiarato in apertura di puntata da una turbata Serena Bortone, la quale però aggiunge che Antonio Scurati le ha regalato il testo e quindi lei, con un bell’atto di libertà, può leggerlo al pubblico, e infatti lo legge …
E così capiamo che le riflessioni di Antonio Scurati non riguardano solo la storia di 100 anni fa (delitto Matteotti) e di 80 anni fa (stragi nazifasciste durante l’occupazione tedesca dell’Italia), bensì anche e soprattutto la stretta vicinanza di Meloni al fascismo, la sua matrice fascista mai ripudiata. Afferma Scurati:
“Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.
Il pensiero che subito si afferma sulla cancellazione dell’intervento di Scurati è questo – siamo all’ennesima censura, o rilettura della storia e della realtà. Ma Giorgia Meloni non ci sta a passare da censora e, sui social di ieri, cerca di contrattaccare, affermando che “in un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è la presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 aprile”. E aggiunge che, “mentre la sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”. Infine, il colpo, furbetto, di scena: “Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare)”. E qui segue il testo del monologo. Che a questo punto sta avendo più diffusione e impatto di quello che avrebbe avuto se fosse stato letto da Scurati alla data e nella trasmissione previste.
Ieri, considerando il motivo accolto in prima battuta da Meloni, che la RAI avrebbe oscurato Scurati (chiedo perdono per il gioco di parole) perché per un minuto di esibizione avrebbe dovuto pagare allo scrittore 1.800 euro, cioè lo stipendio mensile di molti dipendenti, mi sono chiesta: ma da quando in qua la RAI ha (avuto) questa sensibilità verso i suoi dipendenti, dato che ha pagato sempre con molta larghezza anche tanti “artisti” e tanti “pensatori” anche piuttosto inetti? Per non parlare dei “mezzibusti” dei vari Telegiornali nazionali e locali? No, c’è qualcosa che non torna.
Ma non mi è tornato neppure che la stessa Meloni, dopo aver affermato come cosa certa della cancellazione di Scurati quanto appena citato, abbia ammesso “Non so quale sia la verità …”. Ma allora? Lo sai o non lo sai il motivo di questa censura, perché come tale si configura una cancellazione del genere. Ma oggi siamo quasi alla farsa – ma una tragica farsa: sui giornali è tutto un rincorrersi di titoli che annunciano la ricerca di un capro espiatorio: da Meloni stessa “Caso Scurati, Meloni furiosa scarica i suoi dirigenti: ‘ Un colpo basso, io non censuro nessuno’” (Titolo della “Stampa”), ai vertici Rai con Roberto Sergio, l’amministratore delegato che afferma: “Vogliono distruggere la RAI, ora chi ha sbagliato paghi”.
Insomma: il tentativo di mettere a tacere la riflessione di uno scrittore, che ha studiato a fondo la storia di Mussolini e del fascismo e si permette di mettere in rilievo la contiguità di quel fascismo con il governo attuale, si sta rivelando un boomerang. La ricerca, infatti, di un capro espiatorio ne è la conferma conclamata.

 
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