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LA MORATORIA DELLA PENA DI MORTE, UNA VICENDA ESEMPLARE - Contributo di Rosa a Marca
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
15 gennaio 2008 0:00
 
Premessa
Devo alle note su Danilo Dolci pubblicate in questo spazio il primo gennaio scorso (clicca qui) un bellissimo regalo, cioe' lo scritto dell'amica Rosa a Marca sulla Moratoria della pena di morte che si puo' leggere di seguito.
A Rosa invio quasi sempre la "pulce" in anteprima; questa volta, nella sua risposta ha aggiunto una riflessione sul tema "comunicazione".
Rosa mi scriveva:
"In quanto alla comunicazione, ti diro' che in questi giorni provo una particolare sofferenza per come non e' stata spiegata la lunga vicenda della MORATORIA della pena di morte: le intuizioni, i protagonisti, la perseveranza di pochi, i tremendi digiuni, la duttilita' che finalmente hanno portato al risultato. Sono convinta che potrebbe essere letto come un buon capitolo di Storia, e piu' ancora la conferma di un metodo, se vuoi proprio alla Danilo Dolci, che ha in se' tanto da dire... alla persona, non solo alla collettivita'. Resta in me la soddisfazione d'aver contribuito per un minimo a un tassello di Futuro migliore [.]".
Sono sempre piu' convinta che quando si avverte un disagio o un bisogno, quello e' il segno che dobbiamo muoverci con le nostre forze, senza pretendere che lo facciano gli altri. Percio' le risposi cosi':
"Credo di capire cosa dici a proposito della moratoria della pena di morte, che e' un grande traguardo. Non so se c'e' qualcuno che ha gia' fatto o sta facendo cio' di cui tu senti il bisogno. E' possibile e, se cosi' fosse, segnalarlo sarebbe importante. Ma certamente non dara' la tua speciale angolazione, e allora io ti dico: perche' non butti giu' degli appunti sull'onda del tuo ricordo, come testimonianza personale? [.] Potrebbe trovare spazio sulla 'pulce' [.]". Pochi giorni dopo un laconico "Vedremo", mi e' arrivata la sorpresa di questa sua nitida testimonianza che mi ha rivelato un mondo sconosciuto, visto che, pur (o forse proprio) condividendo l'abolizione della pena di morte, ero sempre rimasta spettatrice marginale e ignorante del "lavoro certosino" (e dei certosini che lo hanno svolto e lo vanno svolgendo), di cui parla Rosa.
Ecco dunque la testimonianza di Rosa a Marca, a cui fa seguito una nota con indicazioni e link per chi, ignorante come me, vuole adesso saperne ancora di piu' su questa vicenda attuale (le sottolineature nel testo sono mie).

La Moratoria della pena di morte, una vicenda esemplare
di Rosa a Marca


Il 18 dicembre 2007 l'Assemblea Generale dell'Onu ha approvato la moratoria della pena di morte: 104 Si', 54 No, 29 Astensioni.
Moratoria, ossia sospensione, ossia "Fermi tutti!", in attesa che maturino i tempi per far cessare la vendetta di Stato ovunque nel mondo. Il documento delle Nazioni Unite non vincola gli Stati, ma ha grande forza persuasiva, come si e' visto gia' prima di questa data, con la Cina, che ha quanto meno ridotto la possibilita' di comminare la pena capitale, o il New Jersey che l'ha abrogata il 17 dicembre 2007 (lo scorso primo gennaio e' stata la volta dell'Uzbekistan).
Perche' parlarne ancora e in questa sede? Perche' se n'e' parlato troppo poco nelle sedi opportune. Grazie ad Annapaola, che mi ha offerto ospitalita' in questo spazio, posso ricordare almeno una delle persone protagoniste di questa lunga sofferta e alla fine vincente storia politica. Si chiama Mariateresa Di Lascia. E' morta a quarant'anni nel 1994 e ci ha lasciato anche un romanzo intitolato Passaggio in ombra. Fu lei a reinventare la frase biblica "Il Signore pose su Caino un segno perche' non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato" (Gen 4,15b). La adatto' in "Nessuno tocchi Caino", il nome dato all'associazione per l'abolizione della pena di morte, fondata a Bruxelles nel 1993. Grazie, Mariateresa, ovunque tu sia, per l'idea-forza di questa campagna che dura da quattordici anni e che dovra' proseguire perche' ora bisogna vigilare sul risultato, dare linfa ai buoni propositi, sensibilizzare ancora e ancora.
1993-2007 e' stato un tempo d'impegno per persone note e sconosciute, costellato da piccole tappe progressive passate sotto silenzio e da sconfitte amarissime, fatto di lavoro certosino e accelerazioni drammatiche come i lunghi scioperi della fame e persino della sete. Ma il risultato alla fine e' venuto.
E qui posso parlare della seconda cosa che mi sta a cuore, il metodo seguito.
All'origine c'e' il concetto "Nessuno tocchi Caino"; ha fascino e capacita' aggregante. La via e' tracciata e prosegue con tenacia e con tutti gli strumenti che si possono immaginare in una situazione come questa. A un certo punto entra in scena il terzo elemento, la duttilita', che suggerisce di convertire "L'abolizione della pena di morte entro il 2000" in "Moratoria". Forse e' la carta vincente, comunque importante perche' permette d'ampliare l'area del consenso, di far aderire i Paesi che, pur mantendo la pena capitale nel loro ordinamento, di fatto non l'applicano piu'.
Idea-forza; perseveranza; duttilita'. Oltre a un pizzico di buona sorte, anche, alla fine. Sono gli ingredienti di questa bella storia.
Mi dico che lo sarebbero anche per altre storie e persino per le nostre private. Partire con uno scopo; scegliere gli strumenti adatti; procedere per la nostra strada, magari stringendo i denti, ma aperti a cio' che si muove intorno a noi; pronti, se necessario, ad aggiustare il tiro; guardare ancora avanti...
Come un augurio per il 2008.
Rosa a Marca

NOTA:
1) Il testo della Moratoria della pena di morte votata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007 si trova nell'Allegato 1;
2) Notizie sull'Associazione "Nessuno tocchi Caino" e le sue attivita' passate e presenti si possono leggere a questo indirizzo: clicca qui
3) Mariateresa Di Lascia nacque a Rocchetta Sant'Antonio (Foggia) il 3 gennaio 1954 e mori' a Roma il 10 settembre 1994 a seguito di una repentina e incurabile malattia. Iscrittasi alla Facolta' di medicina dell'Universita' di Napoli con l'intenzione di diventare missionaria laica, lascio' in seguito gli studi per dedicarsi completamente all'impegno nel Partito Radicale, a cui aderi' nel 1975. Nel 1982 divenne vicesegretaria nazionale del PR e si dedico' in particolare alla battaglia contro lo sterminio per fame; fu anche deputata nella IX legislatura. Prima della caduta del muro di Berlino partecipo' a numerose manifestazioni per il rispetto dei diritti umani svoltesi nei Paesi dell'Europa orientale. Fra le molte attivita' politiche intraprese si possono ricordare il coordinamento della campagna contro il nucleare per il referendum del 1987, la campagna "Io digiuno" (in tandem con Adriano Sofri) per le vittime della guerra nella ex Jugoslavia nel 1993, anno in cui partecipo' anche alla Conferenza sui Diritti Umani a Vienna per chiedere la liberazione del Tibet, e fondo', insieme con Sergio d'Elia, che sposo' in quel periodo, l'associazione "Nessuno tocchi Caino". Sostenitrice della medicina omeopatica hahnemanniana elaboro' una proposta di legge per il suo riconoscimento e fondo' nel 1991 l'Associazione Pazienti Omeopatici (APO) con sede a Napoli, tuttora attiva clicca qui.
Accanto alla sua intensa attivita' politica si segnala attivita' letteraria altrettanto intensa. In pochi anni scrisse almeno cinque fra racconti e romanzi, lasciandone uno incompiuto, e raccogliendo immediati consensi di pubblico e critica. Per Passaggio in ombra, pubblicato da Feltrinelli nel 1994, l'anno della sua morte, le fu assegnato (postumo) il "premio Strega" del 1995.
Un ritratto a tutto tondo di questa donna si trova nel commosso ricordo del marito Sergio D'Elia, intitolato L'angelo della mia rinascita, pubblicato sul "Corriere del Sud" del 20 settembre 1994 (Allegato 2).

Per ulteriori approfondimenti in rete su Mariateresa Di Lascia:
clicca qui (contiene anche una ricca bibliografia di e su Mariateresa Di Lascia)
clicca qui (contiene scritti di Raffaele La Capria, Adriano Sofri, Goffredo Fofi, Generoso Picone)
clicca qui.
 
 
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