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 ITALIA - ITALIA - Ddl censura intercettazioni, cresce ancora la protesta nel Paese
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Notizia 
17 maggio 2010 8:53
 
Si moltiplicano le adesioni all'appello degli editori, partito dal Salone del Libro di Torino, contro il disegno di legge 1425 in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali che, secondo i firmatari, non tocca solo i giornalisti e i giornali, ma l'editoria tutta. Stefano Mauri, presidente del Gruppo Gems e del gruppo editori varia dell'Aie, racconta, il giorno dopo la mancata firma di Mondadori all'appello: ''Sono arrivate le adesioni di Nottetempo, Zanichelli, Neri Pozza, Codice Edizioni, ma tutti gli editori vogliono firmare e lo potranno fare da domani sul sito di Laterza. Mi aspetto che destra e sinistra, proprio perche' c'e' uno scontro in atto da 15 anni fra politica e magistratura, si rendano conto che e' bene che i cittadini siano informati sulle iniziative dei magistrati e sulla fondatezza o meno delle smentite dei politici''. ''Questo disegno di legge, che dopo l'approvazione alla Camera sta per essere discusso al Senato - spiega Lorenzo Fazio, direttore editoriale di Chiarelettere - si aggancia ad un'altra legge, la 231, che regola i rapporti aziendali e costringe dirigenti, imprenditori e direttori a vigilare. Le multe per chi pubblica testi di intercettazioni su inchieste non ancora finite sono di massimo 465 mila euro. E' una forma di censura molto furba''.
 
 
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