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 ITALIA - ITALIA - Enrico Vaime: in Rai non c'era censura, ma autocensura
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Notizia 
10 gennaio 2009 0:00
 
Per Enrico Vaime "la televisione aiuta alla comprensione del mondo; ma a volte anche a essere piu' scemi". L'autore televisivo racconta la sua lunga carriera al mensile di cultura omosessuale 'Babilonia'. Ricorda che quando fece il suo ingresso in Rai "non c'era censura, ma autocensura.
Mai il Vaticano ha telefonato, non c'era bisogno perche' in Rai vi era gente molto piu' censurale dei preti. Non e' vero che c'e' stata questa censura esterna - prosegue - ma una interna abbastanza ridicola, dettata dalla scarsa cultura e dalla paura che essendo un po' piu' liberi nel linguaggio si potesse sfuggire di mano a chi della televisione aveva una idea sbagliata: la televisione come mezzo per controllare un Paese, mentre e' un mezzo per migliorare un Paese".
Tra i suoi maestri Flaiano, Marchesi, Zavattini. "Pasolini mi piaceva, mi affascinava, ma era molto distante dalla mia preparazione. Pasolini era un poeta e un pensatore e quindi su un gradino superiore rispetto a tutti noi". Tra gli attori con cui ha legato maggiormente, Gino Bramieri, Enrico Montesano, Paolo Panelli. "I bravi attori di oggi sono Paola Cortellesi e Fiorello".
Su Baudo e la Carra' replica: "Non credo si possa insistere su questo modo di fare televisione. Intendiamoci sono bravi: tra Conti e Baudo preferisco Baudo, ma vorrei nomi nuovi. Uno strepitoso e' Frassica; spero non mi dia retta, ma se facesse uno show sarebbe un trionfo". Poi cita i reality: "Guardonismo che poi sappiamo essere una presa in giro. La speranza e' di sorprendere i partecipanti in un cedimento sessuale. Lo trovo questo imbarazzante".
E sulla partecipazione di Vladimir Luxuria all'Isola non ritiene sia servita ad aprire le menti: "Ma quando mai, lei e' accettata perche' e' intelligente, perche' dice cose non stupide e per tutto il resto". E infine, sulla democrazia dice: "Dovrebbe essere partecipazione a tutti i livelli di una vita comune che dovrebbe essere facilitata dal fatto di vivere insieme. Quando sento: Dio, Patria e Famiglia, mi viene da urlare dalla rabbia.
In nome della Patria si sono fatti dei crimini; la Patria e' un alibi per i delinquenti: la vera Patria siamo noi, tutti".
 
 
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