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 SPAGNA - SPAGNA - 'L'8 per mille' spagnolo
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14 febbraio 2009 0:00
 
La quota di assegnazioni (le x) a favore della Chiesa cattolica nella dichiarazione dei redditi del 2007 e' salita dello 0,93%, pero' Hacienda (il fisco) dovra' versare ai vescovi il 38,8% in piu' di denaro. In cifre assolute saranno 241,3 milioni di euro, a fronte dei 173,7 dell'anno prima. E' il risultato dell'applicazione -e' la prima volta- del nuovo coefficiente d'assegnazione pattuito tra il Governo socialista e la Conferenza Episcopale, con un incremento del 34% (ora e' lo 0,7%, prima era lo 0,52%).
L'aumento dei contribuenti a favore di questa confessione religiosa si deve, soprattutto, a una campagna pubblicitaria in cui la Conferenza Episcopale ha speso 3,2 milioni di euro lo scorso anno; nel 2006 furono 6.483.180 persone a barrare la casella della Chiesa sul modulo IRPF; un anno dopo lo hanno fatto 474.832 contribuenti in piu'. 
L'esercizio fiscale del 2007 e' il primo che viene liquidato col nuovo sistema di finanziamento alla Chiesa romana dallo Stato spagnolo. E' stato concordato nel dicembre 2006 e ha "caracter indefinido", nonostante l'impegno assunto dai vescovi ad autofinanziarsi nel cosiddetto Acuerdo entre el Estado Espanol y la Santa Sede sobre Asuntos Economicos, del 3 gennaio 1979.
Questo sistema si chiama impropriamente "imposta religiosa". La realta' e' che il cattolico non aggiunge un solo euro di tasca propria all'IRPF. E' l'Ufficio delle imposte (Hacienda) che lo sottrae dalle entrate pubbliche totali, su richiesta di un credente che, con questo meccanismo, da' allo Stato il 99,3% della sua quota fiscale e non il 100% come il resto degli spagnoli, che siano atei o membri di altre religioni. 
E' anche il primo esercizio fiscale in cui la Chiesa cattolica ricevera' esclusivamente la percentuale assegnata dai contribuenti a questo scopo. Finora, Hacienda anticipava alla Conferenza Episcopale, mensilmente, una somma forfettaria (per ora, quasi 13 milioni), e se le entrate attribuite all'episcopato dalle x dell'IRPF non collimavano, lo Stato non reclamava la differenza. E' la "dotacion presupuestaria". 
Come ipotizzato al momento dell'accordo, la Chiesa cattolica compensa con l'aumento dei contribuenti a suo favore cio' che perde con la dotazione preventiva.
Il 13 febbraio, il portavoce dei vescovi, Juan Antonio Martinez Camino, ha presentato questi risultati senza nascondere la propria soddisfazione. Ha pero' specificato che l'incremento delle entrate non si ripercuotera' sugli stipendi di sacerdoti e vescovi, rispettivamente di 800 e 1.000 euro al mese.
 
 
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