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 ITALIA - ITALIA - Non e' reato andare in vacanza con la scorta di droga. Cassazione
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11 settembre 2012 17:59
 
Non e' reato andare in vacanza provvisti di un quantitativo d'hashish sufficiente all'uso personale per tutto il tempo durante il quale si protrae il soggiorno. Lo sottolinea la Cassazione annullando con rinvio la condanna per spaccio ad un trentottenne sorpreso in montagna mentre, sulla pista da sci, si confezionava uno spinello e aveva 48 grammi di hashish.
Nel caso affrontato dalla Suprema corte, Lorenzo P. (classe 1974) era stato condannato per spaccio di hashish sia in primo grado sia dalla Corte d'appello di Bolzano. I magistrati trentini avevano ritenuto 'dimostrata la detenzione illecita dal dato quantitativo della droga, in grado di consentire il confezionamento di circa 161 dosi medie: quantitativo incompatibile con l'uso personale in ragione del fatto che l'uomo era un assuntore occasionale'. In Cassazione, pero', i difensori di Lorenzo P. hanno contestato il verdetto evidenziando come la Corte di merito 'si fosse limitata a valorizzare negativamente il solo dato quantitativo, senza pero' considerare il contesto complessivo della vicenda e le circostanze dell'accertamento (Lorenzo era stato sorpreso in alta montagna in divisa da sci, mentre si confezionava uno spinello ed era in vacanza per una settimana bianca da solo, inoltre aveva reddito sufficiente come emerso dalla dichiarazione dei redditi)'. E la Suprema corte - con la sentenza 34758 della Quarta sezione penale - ha accolto le obiezioni degli avvocati sottolineando che 'il mero superamento dei limiti quantitativi' stabiliti dalla legge 'quando si tratti di un quantitativo particolarmente importante e nel caso di specie non si e' in presenza di un quantitativo cosi' definibile, trattandosi del resto di hashish, non puo' fondare la presunzione 'assoluta' della destinazione illecita'. 'Pur in presenza di date 'quantita', superiori ai limiti quantitativi massimi fissati dalla legge, l'ipotesi della destinazione ad un uso non esclusivamente personale - prosegue la Cassazione - ben puo' essere smentita, ad esempio, sulla base di altre circostanze' tra queste rientrano 'l'eventuale stato di tossicodipendenza o anche solo l'uso abituale di droga, e cio' soprattutto se il superamento della soglia e' modesto'.
Nel caso di detenzione di quantitativi 'di rilievo', la Cassazione avverte, pero', che l'uso personale deve essere dimostrato 'in modo realmente concludente' tramite 'le ragioni per le quali la persona si sia indotta a detenere, per uso personale, stupefacente che eccede i bisogni di un breve arco temporale'. Nel caso di Lorenzo P., invece, 'a fronte di un quantitativo affatto esorbitante, i giudici di merito non hanno in alcun modo valutato il contesto oggettivo e soggettivo della vicenda, arrivando alla condanna solo attraverso una considerazione presuntiva assoluta di un dato quantitativo inidoneo a giustificare al di la' di ogni ragionevole dubbio il giudizio sulla destinazione illecita', conclude la Cassazione annullando senza rinvio la condanna 'perche' il fatto non sussiste'. Il collegio che ha emesso questa decisione 'tollerante' e' stato presieduto da Gaetanino Zecca e la sentenza e' stata scritta dal consigliere Patrizia Piccialli.

 
 
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