A furia di commenti allarmistici su deficit e debiti, si tende a dimenticare che negli ultimi trent'anni la Francia si e' notevolmente arricchita. Tra il 1978 e il 2007, il valore del patrimonio nazionale e'  moltiplicato per otto a complessivi 12.513 miliardi di euro, secondo uno studio pubblicato da Insee. Considerati tutti i fattori in gioco, quella cifra e' il prezzo che teoricamente si dovrebbe sborsare per acquisire l'insieme dei beni francesi. Se in teoria, sul lungo periodo, la ricchezza dovrebbe progredire alla stesso ritmo della crescita economica, nell'ultimo decennio la regola non e' stata rispettata a causa della fiammata della Borsa e dei prezzi immobiliari. Risultato, il patrimonio nazionale alla fine del 2007 rappresentava 6,6 anni di Pil contro 4-4,5 anni del periodo che va dal 1980 a fine anni 1990. I detentori dei tre quarti del patrimonio (9.467 mld di euro) sono le famiglie. L'ultimo decennio e' stato prospero: alla fine del 2007 i francesi possedevano in media un patrimonio netto di 380.000 euro, contro i 160.000 del 1997. E dal 2003 al 2006 il valore patrimoniale (al netto dei debiti) e' cresciuto del 10% l'anno. Ma la cosa non deve sorprendere, giacche' il mattone rappresenta i due terzi degli averi dei francesi, con il 58% delle famiglie proprietarie dell'abitazione in cui vivono; nel 1978 era il 47%.  
Il 2008 segna pero' una rottura. Per la prima volta in trent'anni, il valore del patrimonio dei nuclei privati dovrebbe essere diminuito: del 3%, secondo l'Istituto di statistica -per la caduta della Borsa e la stagnazione nell'immobiliare.