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 VATICANO - VATICANO - Il preservativo e la sessualita' di papa Ratzinger
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Notizia 
21 novembre 2010 15:14
 
"Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo puo' essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilita' per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto e' permesso e che non si puo' far tutto cio' che si vuole. Tuttavia, questo non e' il modo vero e proprio per vincere l'infezione dell'Hiv". Lo afferma il papa nel libro "Luce del mondo" che raccoglie la conversazione con il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald, del quale l'Osservatore Romano anticipa alcuni brani. Per Benedetto XVI, "e' veramente necessaria una umanizzazione della sessualita'. Concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualita', e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui tante e tante persone nella sessualita' non vedono piu' l'espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da se'". "Percio' - spiega - anche la lotta contro la banalizzazione della sessualita' e' parte del grande sforzo affinche' la sessualita' venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull'essere umano nella sua totalita'".
Nel libro il Papa parla anche della controversa enciclica di Paolo VI che proibi' l'uso degli anticoncezionali. "Le prospettive della Humanae vitae - sostiene - restano valide, ma altra cosa e' trovare strade umanamente percorribili. Credo che ci saranno sempre delle minoranze intimamente persuase della giustezza di quelle prospettive e che, vivendole, ne rimarranno pienamente appagate cosi' da diventare per altri affascinante modello da seguire". "Siamo peccatori", ammette Ratzinger, pe ril quale tuttavia "non dovremmo assumere questo fatto come istanza contro la verita', quando cioe' quella morale alta non viene vissuta. Dovremmo cercare di fare tutto il bene possibile, e sorreggerci e sopportarci a vicenda". "Esprimere tutto questo anche dal punto di vista pastorale, teologico e concettuale nel contesto dell'attuale sessuologia e ricerca antropologica e' un grande compito - conclude il Pontefice - al quale bisogna dedicarsi di piu' e meglio".
 
 
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