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 ITALIA - ITALIA - Staminali contro l'arteriopatia ostruttiva periferica. Sperimentazione a Lecce
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Notizia 
22 novembre 2010 16:37
 
Al via all'ospedale Vito Fazzi di Lecce una sperimentazione per l'uso di cellule staminali per la cura dell`arteriopatia ostruttiva periferica (Aop), malattia che colpisce le arterie del corpo, in particolare quelle degli arti inferiori di uomini e donne, e che può portare all`amputazione delle gambe. Dopo aver ottenuto l`approvazione del comitato etico, è ufficialmente iniziata la fase II di questo studio, effettuato in collaborazione con la Seconda Università degli Studi di Napoli.
Il gruppo di Napoli ha già iniziato la sperimentazione "con ottimi risultati", spiega una nota. Dei 74 pazienti affetti da arteriopatia ostruttiva periferica arruolati nella sperimentazione, circa l`85% ha ottenuto notevoli miglioramenti clinici. I risultati, conseguiti grazie all`infusione di cellule staminali autologhe, "sono confortanti - spiega l'equipe - e vanno dall`assenza di dolore a riposo alla riduzione e scomparsa delle ulcere, all`aumento del perimetro di marcia. Insomma, abbiamo salvato le gambe a parecchie persone". Il protocollo, se applicato a tutti gli interessati, oltre ad evitare l'amputazione, consentirebbe al Servizio sanitario nazionale un risparmio tra i 1 e 2 miliardi di euro all'anno nei quattro, cinque anni medi di durata della malattia.
L`aterosclerosi non è una malattia della vecchiaia: il danno vascolare comincia già nel feto, prosegue nella fanciullezza e si conclama dell`età adulta. L`Aop è una manifestazione del danno vascolare. In Italia colpisce circa 150mila persone, con un incidenza di 3,5 su mille per i maschi, la metà per le donne. La patologia interessa frequentemente i diabetici, le persone affette da alti livelli di colesterolo e coloro che hanno una storia clinica caratterizzata da ictus ischemico, infarto del miocardio, ipertensione e malattie simili.
La patologia inizia con dei dolori al polpaccio durante il cammino. La progressione della malattia porta alla formazione di ulcere che si infettano, sino ad arrivare alla gangrena, con la conseguente amputazione dell`arto.
Per rallentare il decorso della malattia e ridurre la mortalità per eventi cardiovascolari concomitanti, il trattamento attuale consiste nel proporre al paziente un cambiamento dello stile di vita e in una terapia farmacologica diretta contro i fattori di rischio. Molto spesso si deve intervenire anche chirurgicamente, con cure che non di rado falliscono dopo tempi più o meno brevi.
Quel che è peggio, circa il 30% dei pazienti con una grave ischemia non può essere trattato: unica opzione resta l`amputazione, specialmente se il malato è anche diabetico.
Oggi, invece, grazie allo studio clinico avviato alla cardiochirurgia del Fazzi, i pazienti affetti da Aop possono curarsi attraverso l`infusione di cellule staminali autologhe, prelevate cioè dal midollo osseo dello stesso paziente. La tecnica d`intervento è minimamente invasiva: in generale il paziente viene sottoposto ad anestesia epidurale; dalla sua anca si preleva una piccola quantità di midollo osseo che viene infuso lentamente nell`arteria femorale. In genere, il malato viene sottoposto a due infusioni, la seconda da ripetersi entro 45 giorni dalla prima. Il ricovero dura tra i 4 e i 5 giorni. Esami strumentali dimostrano che, a distanza di 4 mesi, c`è neoangiogenesi, le ulcere si riducono sino a scomparire e i capillari arteriosi si riformano. Insomma, il sangue ricomincia a fluire, il paziente è sollevato dai dolori, riprende a camminare e, soprattutto, evita l'amputazione della gamba. Sui pazienti finora trattati, la procedura è risultata sicura, non ha evidenziato alcun effetto collaterale ed è generalmente ben tollerata.
 
 
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