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 CUBA - CUBA - Il telefonino serve per ricevere piu' che per chiamare
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19 gennaio 2009 0:00
 
Il boom del telefonino e' arrivato anche a Cuba se pure con notevole ritardo. E' dall'aprile 2008, infatti, che i cubani possono possedere e usare un cellulare, mentre prima era riservato agli stranieri o agli alti funzionari del regime. Ma l'era del telefonino scorre lenta, frenata dai costi dell'apparecchio, del contratto e delle chiamate. Il primo ostacolo e' che la monopolista ETECSA, cui partecipa Telecom Italia con il 27%, offre i suoi servizi (come Cubacel) solo contro il peso convertible, la seconda valuta che si puo' avere unicamente in cambio di dollari. Calcolato un reddito mensile medio di 17 dollari, inizialmente un telefonino conveniente ne costava 65; il possesso del numero 120; le carte prepagate partivano da 11 dollari -il tutto equivalente alle entrate di un anno, e dunque una cosa per pochi. Poi dagli Usa e' arrivata una boccata d'ossigeno: l'estate scorsa si e' allentato un po' l'embargo, sicche' parenti e amici residenti in Usa ora possono regalare il loro vecchio telefonino e spedirlo per posta. L'altro passo e' stata la riduzione dell'accesso alla rete che Cubacel ha portato da 120 a 65 dollari. In questo modo il numero di proprietari di telefonino e' aumentato. Cio' non vuol dire pero' che chi lo ha lo adoperi per telefonare. Secondo il Washington Post, i cubani l'utilizzano soprattutto per essere rintracciati. Registrano chi li ha cercati, e richiamano da un telefono fisso che costa molto poco. Se mai la maggioranza si concede un qualche sms, per l'equivalente di 17 centesimi di dollaro. 
 
 
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