testata ADUC
ANTITRUST CONDANNA FARMINDUSTRIA
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
28 dicembre 1999 0:00
 


UNA RONDINE CHE NON FA PRIMAVERA O L'INIZIO DI UN TORRENTE?

Firenze, 28 Dicembre 1999. L'Antitrust ha condannato Farmindustria per comportamento lesivo della concorrenza.
Interviene l'Aduc per voce del suo presidente Vincenzo Donvito.
Finalmente una sentenza che fa squarcio nel mondo delle corporazioni.
Decisamente sintomatica, perche' tutto il comportamento dell'associazione che raggruppa 217 imprese farmaceutiche e' impostato per controllare e condizionare il mercato, a spese dello Stato e quindi del contribuente.
La sua funzione, praticamente, e' quella di difendere i suoi associati imponendo un cartello per ogni azione di mercato e, soprattutto, imponendo i prezzi fissati da questo cartello al consumatore finale, sia struttura ospedaliera pubblica e/o privata, sia acquirente al dettaglio in farmacia.
Basti pensare che le aziende che partecipano a gare di appalto dove per legge lo sconto minimo puo' essere del 50% rispetto al prezzo di vendita al dettaglio, la Farmindustria impone lo sconto massimo del 50%: uno sconto quindi obbligato e uguale per tutti, e non a caso, infatti, chi partecipa agli appalti non e' l'azienda X o Y ma un cartello di diverse aziende (che viene eufemisticamente chiamato Raggruppamento Temporaneo di Imprese) che si spartiscono un mercato dove per partecipare bisogna sottostare alle regole imposte dalla stessa Farmindustria. E questo succede anche per le gare senza lo sconto ospedaliero.
Inoltre c'e' il cartello per impedire l'introduzione in Italia di farmaci generici; quella che chiamano "intesa interassociativa della cessione di licenze da imprese multinazionali a piccole e medie imprese", che ricorda alcuni metodi illegali di protezione del commercio; e i prezzi bloccati per i farmaci di classe C.
Questa e' Farmindustria, una delle tante corporazioni che, col fine di tutelare i propri associati, sono delle vere e proprie bombe monopoliste che condizionano il mercato impedendo la libera concorrenza con il gioco di domanda e offerta.
Speriamo che questa coraggiosa sentenza dell'Antitrust non sia la solita rondine che non fa primavera, ma l'inizio di un torrente.
Invitiamo l'Autorita' ad andare a mettere il naso in tutte le associazioni di categoria, specialmente se riguardano produzioni e vendita di prodotti di prima necessita' e indispensabili, come, per esempio, benzina, acqua, etc…



PREZZI AL CONSUMO IN AUMENTO
LA SITUAZIONE E' PIU' GRAVE E PREOCCUPANTE DI CIO' CHE CI VIENE PRESENTATO.

Firenze, 29 Dicembre 1999. L'Istat ha fatto conoscere i dati provvisori dell'inflazione per il mese di dicembre. L'aumento generale rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, e' stato valutato nel 2,1%.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Siamo ai livelli degli altri Paesi europei? Il fenomeno e' circoscritto? Se leggiamo i dati complessivamente, l'impressione potrebbe essere questa, con un aumento contenuto che -come dicono i testi base dell'economia politica- fa bene al mercato ed evita il pericolo "zero" e quello deflazionistico.
Ma la quotidianita' e' altra, e lo sanno bene i consumatori, che pagano molto di piu' per una serie di balzelli che non fanno parte del paniere, come per esempio quelli che si continua a chiamare bolli, ma che sono veri e propri salassi. E poi ci sarebbe il capitolo del trasferimento delle tasse dalla fiscalita' nazionale a quella locale, con aumenti da capogiro che hanno portato il costo della vita a dei livelli che -proprio per il sistema di calcolo dell'Istat- non contribuiscono a comprendere il fenomeno nel suo complesso.
Ma oltre a questo "difetto annoso" del sistema di calcolo dell'Istat, leggendo i dati ci si rende conto che il tanto declamato miracolo economico non e' dietro l'angolo e, soprattutto, non e' legato alle capacita' e scelte del Governo.
Tutti i capitoli di spesa sono in crescita tranne quello delle Comunicazioni, che registra un 4,1% in negativo: un mercato che ha le stesse cifre negative in tutto il mondo, perche' segue un trend dell'economia mondiale che non dipende certamente dall'Italia, ma dalla rivoluzione tecnologica in atto che vede gli Usa al comando, e tutti dietro, piu' o meno faticosamente. Solo che, mentre negli Usa questa rivoluzione sta coinvolgendo tutta l'economia, cosi' non e' per l'Italia che, infatti, fuori dello specifico capitolo, registra solo dati in crescita, e in modo particolare sulle spese di primaria utilita' come il 4,3% dei Trasporti; il 3,8% di abitazione, acqua, elettricita' e combustibili; il 3% dei servizi sanitari e spese per la salute.
Quindi c'e' poco da stare allegri e da minimizzare, perche' la situazione non sembra sotto controllo e con una tendenza favorevole per consumatori e utenti.



VIGNETTA FORATTINI/D'ALEMA
SE FORATTINI RETTIFICHERA' COSI' COME D'ALEMA CHIEDE, L'ADUC RIPUBBLICHERA' LA VIGNETTA INCRIMINATA SUL SUO SITO INTERNET PER RIAFFERMARE DIRITTO E LIBERTA' DI SATIRA E DI ESPRESSIONE.

Firenze, 29 Dicembre 1999. Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema ha detto che e' pronto a considerare chiuso il caso che lo vede accusatore in tribunale contro Giorgio Forattini, se quest'ultimo rettifichera' pubblicamente il contenuto della vignetta in cui riportava D'Alema che cancellava i nomi dal dossier Mitrokin.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Il presidente D'Alema non ha ben chiaro cosa sia la satira, perche' sta chiedendo a Giorgio Forattini di dichiarare qualcosa come "scusate, ma ho solo scherzato", che e' per l'appunto quello che ha gia' fatto con la vignetta incriminata.
Probabilmente il presidente del Consiglio sta cercando un metodo leggero per venir fuori dal "cul de sac" in cui si e' infilato con la richiesta miliardaria di risarcimento e con l'aver fatto pesare in modo considerevole la sua autorita' sulla liberta' di espressione e di satira. Se e' cosi', sta sbagliando non solo per la sostanza della richiesta, ma anche nel metodo: sta solo ribadendo il suo concetto e la sua pratica di circolazione e confronto delle idee, chiedendo ad un suo suddito -come un re che governa senza legge scritta- di fare opera di pubblico pentimento, a chi lui considera colpevole. In un contesto democratico queste cose, o si risolvono in tribunale o con una stretta di mano dicendo qualcosa tipo "ho un po' esagerato".
Speriamo che Giorgio Forattini non risponda positivamente alle richieste di D'Alema.
Ma se cio' dovesse verificarsi, saremmo noi i primi a ripubblicare sul nostro sito Internet la vignetta incriminata, al fine di ribadire il diritto e la liberta' di satira e di espressione, assumendoci tutte le conseguenze del caso se il presidente D'alema sara' coerente.



ACETO BALSAMICO DI MODENA: ATTENTI ALLE IMITAZIONI!

Roma, 29 Dicembre 1999. Come fa l'aceto balsamico di Modena, invecchiato per 50 anni e travasato di botte in botte con procedimenti laboriosi a costare 4mila lire a bottiglia? Semplice, non e' quello che i consumatori credono di comprare! Il vero aceto balsamico di Modena, che con una legge del 1986 e' stato esteso a Reggio Emilia, e' quello "tradizionale", dicitura che deve essere riportata in etichetta -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc. L'aceto in vendita nei supermercati e' una imitazione di quello "tradizionale" anche se viene definito "di Modena" ed e' prodotto industriale, piu' elaborato e aromatico di quello normale, al quale deve essere aggiunta una quantita'(non specificata) di aceto invecchiato 10 anni, che non necessariamente deve essere fatto a Modena. In attesa della classificazione come DOP, l'aceto "tradizionale" e quello "industriale" continuano ad essere sul mercato creando non poca confusione al consumatore che non capisce la differenza tra i due prodotti e soprattutto non comprende perche' ci sia tanta differenza di prezzo (da 4mila lire a 1 milione di lire). La Ue ha bacchettato il Governo italiano per non essere intervenuto a regolamentare il settore, evidenziando una normativa farraginosa e contraddittoria. Evidentemente gli interessi di alcuni produttori hanno la meglio su quella dei consumatori.
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS