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ASSOCIAZIONI DI GIORNALISTI O ESERCITI IN GUERRA?
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Comunicato 
24 luglio 2000 0:00
 


LA CORPORAZIONE DEI GIORNALISTI, A CUI E' OBBLIGATORIO ISCRIVERSI PER ESERCITARE LA PROFESSIONE, DISCRIMINA NON RISPETTO ALLE CAPACITA' MA PER LE IDEE POLITICHE E SINDACALI. LA CHIAMANO LIBERTA' DI STAMPA E DI OPINIONE …..

Firenze, 24 Luglio 2000. Il direttore del "Guerin sportivo", Ivan Zazzaroni, e Franco Montorro, direttore di "Superbasket", sono stati espulsi dall'Associazione della Stampa Emilia Romagna (Aser), perche' non avevano aderito allo sciopero nazionale proclamato dalla Fnsi per il rinnovo del contratto.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Sembra quasi che questa associazione emilian-romagnola sia un esercito in guerra, quando, col codice penale militare di guerra, ai disertori infligge il massimo della pena, la morte. In questo caso non e' la morte fisica, ma la morte della professione, perche' se i due giornalisti vorranno continuare a dirigere i loro giornali, non potranno farlo. Certamente continueranno la loro attivita', ci sono i prestanome, ci sono le collaborazioni, ma non potranno fare il direttore.
Questo e' l'aspetto grave di questo provvedimento: una sanzione che non e' solo la punizione per aver violato lo statuto di una associazione privata di cui si e' liberamente deciso di aderirvi, ma una sanzione che e' il simulacro di tutta l'ipocrisia e l'autoritarismo delle leggi in materia: sei libero di scrivere, ma se vuoi farne una professione e assumerti le tue responsabilita', devi passare per le forche caudine di un'associazione privata a cui lo Stato ha delegato le funzioni di cane da guardia, polizia e giudice, pur senza averne l'autorita'. Trattandosi di una qualifica (direttore) che e' tale per le responsabilita' giuridiche e normative che ci si assume, e' come se lo Stato decidesse di espellere dai suoi ranghi una persona che si e' rifiutata di partecipare ad uno sciopero per rivendicare i diritti che lui -Stato- ritiene che debba rivendicare: Associazione stampa autoritaria? Forse e' poco. Fascista? Faremmo offesa al Fascismo. Stalinista? Forse gli addice di piu', ma rende poco il concetto. E' un cosa molto piu' semplice: e' la realta' italiana, con le leggi che obbligano un direttore responsabile di un giornale ad essere iscritto ad una corporazione privata per esercitare un suo diritto e una sua responsabilita'; una corporazione che discrimina non solo per le capacita' professionali, ma anche per le idee politiche e sindacali di chi e' obbligato ad iscriversi
Qualcuno ha il coraggio di chiamarla liberta' di stampa e di opinioni. Per noi e' altro, ed e' quello che maggiormente condiziona gli aspetti economici e d'informazione dei media in generale.
 
 
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