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AZIONI RAI AL TESORO
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Comunicato 
27 giugno 2000 0:00
 


DALLA TV DI STATO ALLA TV DI GOVERNO!
DI FRONTE ALLA SFRONTATEZZA DELL'ATTUALE GOVERNO, CHE NEGA L'EVIDENZA, L'ADUC INVITA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI VIGILANZA A DIMETTERSI PER DENUNCIARE IL GOLPE E LO SVUOTAMENTO DELLA SUA FUNZIONE ISTITUZIONALE.

Firenze, 27 Giugno 2000. Sembra che il Governo abbia intenzione, di fronte alla dismissione dell'Iri, di passare transitoriamente le azioni Rai al Tesoro, in attesa del riassetto dell'Ente radiotelevisivo, cosi' come previsto dal decreto legge 1138.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ricordiamo che una sentenza della Corte Costituzionale, nel 1974, stabili' che la tv pubblica doveva essere controllata dal Parlamento e non dal Governo, che, invece, tramite il Tesoro si ritrovera' , in quanto assemblea degli azionisti, a nominare il direttore generale d'intesa con il Cda (art.3 legge 206 del '93).
Stiamo passando dalla tv di Stato a quella di Governo? Ufficialmente si', nei fatti non e' altro che la continuita' dell'esistente. Perche' il Governo e' da tempo immemorabile che ha esautorato il Parlamento del suo potere legislativo, ampliando, cosi', il suo potere ben oltre i termini esecutivi che la carta Costituzionale gli affida. Per meglio operare, gli mancava questo tassello, e, quindi, non ha fatto altro che razionalizzare l'esistente.
Ci preme ricordare che sono pochi i Paesi al mondo che hanno un'informazione di Governo, e sono tutti nell'ambito dei Paesi autoritari o a simile vocazione. Ci ricorda la tv libica che facilmente si vede anche in Italia con il satellite, dove i notiziari sono un continuo osanna alla bravura e capacita' di Gheddafi. Siamo sicuri che la Rai non arrivera' a tanto, anche perche' il presidente Amato e' meno mediatico e costruito ad arte rispetto al leader libico. Ma ci sono modi e modi di far si' che l'informazione da tale, sia solo comunicazione del pensiero unico giusto: i metodi sono solo piu' raffinati.
A questo punto, anche dopo aver letto le proteste del presidente della commissione parlamentare di vigilanza, Mario Landolfi, ci viene un dubbio: a cosa serve ora questa Commissione, visto che la sua competenza e' zero? Un buon motivo per dimettersi, non per proprie colpe, ma per denunciare lo svuotamento della propria funzione istituzionale e il vero e proprio golpe messo in atto oggi.
 
 
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