Un
comunicato del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'Interno, ha fatto sapere che, su richiesta dell'Anci (associazione dei Comuni) il termine per l'approvazione da parte degli enti locali del bilancio di previsione per l'anno 2014, e' stato ulteriormente differito dal 31 luglio al 30 settembre 2014.
Il provvedimento e' stato preso perche' molti Comuni non sono in grado di preparare i documenti di programmazione economica e finanziaria, non sapendo quali saranno le proprie risorse in virtu' delle novita' nel prelievo fiscale immobiliare. Per la Tasi, per esempio, le delibere che stabiliscono il prelievo devono essere approvate entro il prossimo 10 settembre, e pubblicate sul sito del ministero dell'Economia entro il 18/09, e questa scadenza, nonostante la proroga dei bilanci al 30/09, rimane invariata (1).
A nostro avviso, a parte la contingenza del momento che ha una sua logica giustificativa, la proroga, rispetto al termine di legge che vige per l'approvazione dei bilanci di previsione (31 dicembre dell'anno precedente – nota 2) e' lo specchio di un Paese che non funzionava, non funziona e non funzionera'. Uno specchio che e' lo stravolgimento del significato delle parole: bilancio di previsione per un periodo gia' trascorso che, nella contingenza della attuale fattispecie, diventa dopo NOVE mesi (30/09) rispetto all'inizio del periodo per cui si prevedono le spese. Certo, c'e' poco da stupirsi in un Paese in cui l'imposta per il possesso di un apparecchio tv viene chiamata (e confermata anche da sentenze autorevoli) canone e/o abbonamento; ma noi -come nel caso del canone Rai- non abbiamo nessuna intenzione di rassegnarci all'imbarbarimento giuridico e lessicale dello nostra civilta', non perche' siamo dei conservatori, ma solo perche' questo imbarbarimento e solo occasione, per ogni tipo di potere, di meglio architettare fregature per gli amministrati, nonche' coperture per le varie e diffuse incapacita' amministrative.
Colpa dei Comuni? Non solo. E' cibo quotidiano la totale incertezza normativa per cui, per esempio, sempre piu' frequentemente le modifiche fiscali avvengono in corso d'opera o a ridosso delle scadenze, e i Comuni vengono messi in difficolta' perche' non sono in grado di prevedere con anticipo le proprie entrate.
Insomma, un guazzabuglio dove le responsabilita' si perdono e si ramificano tra poteri nazionali e poteri locali. Un sistema che conferma il fallimento del federalismo fiscale, messo in atto solo in parte e male. Anche questa non e' una novita' nel nostro sistema politico/economico: basti pensare alle liberalizzazioni dei servizi locali (quasi tutte finte).
(1)
qui migliori informazioni su questa scadenza
(2) art.151 dlgs 267/2000, quest'anno prorogato prima al 28/02, poi al 30/04, al 31/07 e ora, per l'appunto, al 30/09 (vedi Dm 18/7/2014 in GU 23/7/2014)