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I DATI DELL'INFLAZIONE CONFERMANO LA SITUAZIONE GRAVE
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Comunicato 
28 ottobre 1999 0:00
 

IL GOVERNO E' ASSENTE COSI' COME LE PROPOSTE DELLA FINANZIARIA.
BLOCCARE I GUADAGNI DELLO STATO SUGLI AUMENTI DEI BENI DI PRIMARIA NECESSITA'.

Firenze, 28 ottobre 1999. L'Istat ha elaborato i primi dati sull'inflazione per il mese di ottobre: +2% rispetto allo stesso mese del '98, e +0,4% rispetto a settembre.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
A fronte delle approssimazioni che caratterizzano il ministro delle Finanze ("livelli piu' o meno come previsto" …. sarebbe una sua dichiarazione), i primi dati dell'Istat sono una brutta conferma. Non crediamo molto alla precisione dei dati Istat, perche' il paniere di riferimento e' ancora troppo "jurassico" rispetto ai consumi quotidiani e, soprattutto, non include quelli che vengono chiamati tributi ma che sono solo gabelle (bolli e tasse di possesso, per esempio, delle automobili), per cui li riteniamo dati in difetto; ma nonostante questo portano alla preoccupazione, perche' segnano il ritmo di un incedere dei costi della vita su cui il Governo e la sua Finanziaria in fieri non sembra abbia intenzione di intervenire.
Infatti i provvedimenti che vengono molto "lanciati" dagli uffici stampa dei ministeri economici e dalla presidenza del consiglio, sono tutti di riduzione piccolissime del carico fiscale di questa o quell'altra situazione; riduzioni che si preferisce presentare con cifre complessive che, per la loro quantita', potrebbero provocare impressione ad un ascoltatore o lettore disattento, ma che, valutate sul singolo reddito, sono quasi inesistenti.
Come contraltare di questo metodo e di questi provvedimenti c'e' il vuoto sulla politica dei prezzi: lasciata a se stessa o, dove ancora vige il controllo monopolista o oligopolista (come nel caso della benzina, o della maggiorparte dei servizi di primaria utilita' demandati alle amministrazioni locali), ben controllata per garantire introiti sempre maggiori all'Amministrazione, con livelli ben oltre quelli dei mercati europei ed internazionali (come nel caso dell'energia elettrica e dei combustibili per il riscaldamento, e non solo); considerato che i mercati dove si comprano le materie prime sono quasi tutti globalizzati, e' evidente che lo Stato italiano ha ricarichi maggiori rispetto ad altri Paesi ad economia cosiddetta occidentale.
I dati Istat di oggi -pur con il limite che abbiamo segnalato- sono un'ulteriore "mazzata" su credibilita' e capacita' delle politiche economiche del Governo. Quest'ultimo fa orecchie da mercante sui punti in cui potrebbe tentare una politica di contenimento e riduzione dei prezzi: la dismissione dei monopoli, la vendita totale dei "gioielli" con conseguente disimpegno manageriale, e la sua organizzazione in garante delle regole: un progetto faraonico -ce ne rendiamo conto visto il soggetto e i soggetti a cui ci rivolgiamo- ma che, con piccoli segnali -come il blocco dell'aumento dei guadagni dello Stato sull'aumento dei beni di primaria necessita'- potrebbe cominciare a
 
 
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