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DEPENALIZZATA LA DROGA IN PORTOGALLO
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Comunicato 
7 luglio 2000 0:00
 


NON ALL'OLANDESE, MA ALL'ITALIANA, SENZA CERTEZZE E CON DISCREZIONE ASSOLUTA. MA L'EUROPA NON DOVEVA ANCHE SERVIRE PER EVITARE CHE TUTTI CONTINUASSERO A FARE I SOLITI ERRORI?

Firenze, 7 Luglio 2000. Un lancio dell'Agenzia Ansa delle 11.20 ci ha informato che in Portogallo e' stato depenalizzato il consumo e il possesso di droga. Dopo Olanda e Spagna, dice l'agenzia, ora rimangono ancora 15 Paesi nell'Ue dove e' ancora considerato reato.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Tralasciamo la leggerezza dell'informazione su questi altri 15 Paesi dove sarebbe reato, perche', per restare molto vicini, non ci sembra che cosi' sia in Italia, o in Gran Bretagna o in diversi laender tedeschi ….
Abbiamo voluto approfondire la notizia, e, dopo aver chiamato un nostro corrispondente a Lisbona, e verificato alcune pagine di quotidiani portoghesi, abbiamo appurato che si trattava si' di depenalizzazione, ma niente a che fare con cio' che succede in Olanda. Anzi. Si tratta di una legge che fa addirittura rimpiangere quella italiana (e tutti i suoi contraddittori atti di giurisprudenza, che un giorno dicono una cosa e il giorno dopo il suo contrario) che, rispetto a contenimento e prevenzione del fenomeno sta dando tutto il contrario di cio' che era stato preventivato.
E' una legge che trasforma consumo e possesso da reato a violazione amministrativa, ma che lascia tutta la discrezionalita' (anche per la prigione) alle forze dell'ordine, fino a comminare -chiamandole pene alternative- divieti di frequentare certi luoghi, e decadimento di sussidi o benefici pubblici.
Quindi, altroche' Olanda. Diamo un benvenuto al Portogallo nel club italiano dell'ambiguita', nel club di coloro che non trovano di meglio che fare leggi per peggiorare la situazione: e' dramma quotidiano quello delle nostre carceri che esplodono perche' riempite di detenuti che diventano tali perche', per ben oltre il 50%, sono incriminati per delitti connessi alla droga.
Sappiamo che e' ancora molto difficile affrontare il problema in sede comunitaria (per ora c'e' solo il coordinamento delle forze di polizia), ma non affrontarlo per niente -c'e', pesantissimo, il sostanziale veto della Francia, anche stizzita per la politica olandese in materia, incurante delle continue minacce che gli vengono proferite- non impedisce che coloro che decidono di affrontare il problema cercando di superare la legislazione meramente proibizionista -come in questo caso il Portogallo- non lo facciano percorrendo gli stessi errori degli altri Paesi della Comunita'. Non avevamo avviato il processo di unificazione europea anche per questo motivo?
 
 
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