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DIRITTO DI INTERPELLO
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Comunicato 
6 giugno 2001 0:00
 


SI E' SANCITO CHE IL CONTRIBUENTE, QUELLE POCHE E RARE VOLTE CHE DECIDERA' DI FARE USO DI QUESTO DIRITTO IL CUI ACCESSO E' COSTOSO, SARA' UN PERMANENTE OSTAGGIO DELLE INCAPACITA' BUROCRATICHE DEL FISCO.

Firenze, 6 Giugno 2001. E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il regolamento per il diritto all'interpello, con cui il contribuente dovrebbe trarne vantaggi nei rapporti dubbi con il Fisco.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Avevamo sperato che non dovesse procedere in questo modo, ma eravamo stati troppo ottimisti. Due punti non secondari che creavano di fatti la discriminazione tra contribuente e Fisco, sono rimasti li', e abbiamo la certezza che il tempo ci dara' ragione, sancendo la superiorita' dello Stato rispetto al cittadino e, soprattutto, la sua possibilita' di sbagliare e di riconoscerlo quando gli e' piu' opportuno.
Il primo punto e' che il diritto all'interpello non e' uno strumento agile ed economico, in quanto l'istanza deve necessariamente contenere l'interpretazione corretta rispetto a quella su cui si nutrono dubbi: cosa che puo' fare solo un esperto in materia, e non il singolo contribuente a cui non torna qualcosa. Una situazione che di fatto elimina la possibilita' di interpello di fronte a piccole somme, perche' se si deve pagare un professionista per stilare la domanda, si capisce che il gioco non vale candela.
Il secondo punto e' che il contribuente, che crede di essere a posto nei sui rapporti con il Fisco perche' cosi' gli e' stato detto, non lo sara' mai. Infatti il Fisco, pur se non risponde entro 120 giorni al quesito sottoposto, dando cosi' valore all'interpretazione del ricorrente, potra' farlo successivamente, senza limiti temporali, chiedendo che il contribuente, grazie all'interpretazione che solo allora avra' ritenuta corretta, paghi il dovuto piu' gli interessi maturati; la caramellina e' costituita dal fatto che in questo caso non dovranno essere pagate sanzioni: bella soddisfazione.
Se questo non e' tenere in ostaggio il contribuente per tutta la vita, grazie all'incapacita' dell'amministrazione di far fronte agli impegni entro i tempi previsti, cos'altro e'?
E' una storia che si ripete: quella dei tempi che sono sempre perentori per il contribuente e altrettanto sempre ordinatori per l'Amministrazione.
 
 
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