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DISSERVIZI ENEL E RIMBORSI
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Comunicato 
1 luglio 2000 0:00
 



LA CARITA' DEL MONOPOLISTA NON RIPAGA I DANNI, MA LAVA SOLO LA SUA COSCIENZA. E' UNA RAZIONALIZZAZIONE DELL'ESISTENTE, PER FARLO MEGLIO ACCETTARE, DISTRAENDO DAL REALE PROBLEMA: L'IMPOSSIBILITA' DI CAMBIARE GESTORE, MANTENDO L'UTENTE COME OGGETTO DELLE POLITICHE DELLO STATO E NON SOGGETTO DELL'ECONOMIA DI MERCATO.

Firenze, 1 Luglio 2000. Da oggi sono in vigore le nuove regole fissate dall'Autorita' per l'Energia, al fine di meglio tutelare gli utenti da disservizi e difficolta' nei rapporti con gli erogatori. Cio' che spicca maggiormente e' il rimborso forfettario di 50 mila lire in caso di disservizio, che verra' accreditato sulla bolletta.
Nello scorso mese di marzo l'Autorita' aveva fatto sapere che solo il 21% degli italiani era a conoscenza dell'esistenza di una "carta del servizio elettrico" ( il 10% l'aveva letta o vista almeno una volta), e che, a fronte di 3.708 casi in cui l'Enel aveva mancato il rispetto degli standard del servizio, solo quattro utenti avevano chiesto il rimborso forfettario di 50 mila lire. La spesa complessiva per i rimborsi, incluse le municipalizzate, era stata di 3,7 milioni di lire. Con le nuove regole non ci si dovra' sobbarcare la richiesta (che era all'origine dei pochi rimborsi), e il tutto avverra' automaticamente (e sara' di 100 mila lire per gli utenti non domestici, 200 mila per quelli industriali).
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Certamente le nuove regole non sono tutte da buttare, perche', complessivamente aiutano l'utente a vivere meglio il rapporto con il fornitore di energia (quasi sempre Enel). Ma sono decisamente ridicole per l'entita' del rimborso, ad ogni livello, sia esso privato che uffici o azienda. 50, 100 e 200 mila lire non potranno mai compensare i danni da un distacco della fornitura, perche' sempre le conseguenze ricadono sul blocco di altri servizi a rendimento. Anche in casa, ci vuol poco ad accumulare un danno di 50 mila lire, figuriamoci in un ufficio o in un'industria.
La verita' e' che con questa carita' l'Enel si vuole solo fare un lifting d'iimagine e lavarsi la coscienza in pubblico, come sempre a spese degli utenti, a cui continua a mancare lo strumento principe per trasformarsi da oggetti delle politiche dello Stato a soggetti economici: la liberta' di scelta del gestore.
Puo' oggi, un utente, decidere di sciogliere il contratto con il suo fornitore di luce? No, a meno che non voglia starne senza, e, nell'ipotesi di un'autoproduzione anche con mezzi artigianali, non c'e' alcuna legge che glielo consenta. E' questo il nodo cruciale, e i provvedimenti che entrano in vigore oggi, sono solo la razionalizzazione del cancro gia' esistente, ma non la sua cura.
 
 
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