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EUFORIA AZIONI ENEL FINTA PRIVATIZZATA
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Comunicato 
26 ottobre 1999 0:00
 

UN INVESTIMENTO CHE HA TUTTE LE CARATTERISTICHE DI PRESTITO AL SOLITO STATO CHE FARA' E DISPORRA' COME CREDE

Firenze, 26 Ottobre 1999. L'euforia dell'acquisto delle azioni Enel e' diffusa, soprattutto nei mezzi di comunicazione e informazione. E le cifre, in effetti, non sono esigue.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Un buon segnale: i risparmiatori italiani hanno soldi e desiderano investirli. Altroche' crisi, disoccupazione galoppante, e tutti i crismi del solito armamentario di chi fonda le politiche monetarie ed occupazionali sull'inflazione Istat e sui disoccupati contati con i bollettini degli iscritti agli uffici di collocamento.
Ma e' un segnale che si infrange sulle poche possibilita' di scelte che il mercato offre. E questa della finta privatizzazione dell'Enel ha tutte le caratteristiche del grande bluff in atto in gran parte dell'economia monopolizzata del Belpaese. Siamo investiti di farfalle pubblicitarie che ci dicono che l'Enel comincia la privatizzazione, ma non e' vero, perche' si tratta, invece, di cessione di una quota minoritaria del capitale, che resta saldamente in mano allo Stato, e se anche cosi' non fosse, ci penserebbe il potere di golden share a conservare il potere di decisione.
Il risparmiatore e' quindi ingannato, perche' levando i propri soldi da quello che fino ad oggi e' stato l'investimento principale (Bot, Cct, et similia), non li mette in gioco in una situazione a rischio mercato, dove potrebbe guadagnare molto e/o perdere altrettanto. Le scelte del risparmiatore non sono indirizzate rispetto a qualcosa che "tira" sul mercato e per cui conviene rischiare, ma sono frutto di una massiccia campagna pubblicitaria basata sulla menzogna della privatizzazione, trascinando ognuno sull'onda del "cosi' fan tutti", grazie a mezzi a disposizione che nessun'altra azienda potrebbe neanche sognare (gli uffici postali dispensatori, per esempio).
Se questa non si chiama abuso di posizione dominante, crediamo che avremmo perso la capacita' di discernere.
Alla fine cosa succede? Il risparmiatore avra' solo trasferito i suoi soldi dalla tasca destra a quella sinistra della giacca dello Stato, che continuera' a gestire questo patrimonio non per far guadagnare gli azionisti, ma per garantirsi la sua massa monetaria di manovra. Mettendo pesanti ipoteche e blocchi sullo sviluppo di qualunque altro concorrente: le regole del gioco le fa lo Stato per se stesso, mentre altri attori economici potrebbero solo sottostare a queste regole …. e infatti non ci sono (perche' quelli che ci sono si comportano solo come delle ombre tra le scrivanie dell'Enel).

 
 
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