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LA FRANCIA CONTRO INTERNET
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Comunicato 
26 luglio 2000 0:00
 


E' IN ARRIVO UNA CONDANNA PER YAHOO.COM PERCHE' NEL SUO PAESE NON HA OTTEMPERATO AD UN ORDINE DELLA GIUSTIZIA FRANCESE, CHE, INSISTENDO, MOSTRA SOLO DI ESSERE NAIF E INCAPACE DI AFFRONTARE INTERNET NELLA SUA DIMENSIONE.
LA FRANCIA E' COMUNQUE IN BUONA COMPAGNIA DI ALTRI PAESI EUROPEI, ITALIA INCLUSA.

Firenze, 26 Luglio 2000. Il prossimo 11 agosto il "Tribunal de grande istance" di Parigi dovra' decidere se e come condannare l'Internet provider americano Yahoo.com: non avrebbe ottemperato ad una precedente sentenza che gli intimava di negare l'accesso ai navigatori francesi di Internet a quei siti che, ospitati dal loro server, fanno propaganda e vendono reliquie e gadget nazisti.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Per capire la dimensione e l'approccio della sentenza, il tribunale parigino avrebbe voluto condannare Yahoo come se fosse una cartiera che ha venduto la sua carta a qualcuno che, successivamente, ci ha scritto sopra delle cose contrarie alla sua legge, ma non l'ha potuto fare perche' la cartiera e' materialmente negli Usa e sottosta' ai codici di quel Paese. Allora, vi ha rimediato intimando a questa cartiera di chiedere i documenti a tutti coloro a cui, in Usa, vendeva la carta e di rifiutare di farlo a chi aveva un passaporto francese. Una sentenza bizzarra, di una giustizia naif che applica leggi sulla stampa del 1881 (e' questa la data della legge usata per condannare Yahoo) per sentenziare sul fenomeno Internet.
Una situazione che marcia insieme al tentativo britannico (il Parlamento dovra' votare a breve una proposta del Governo) di consentire il controllo dell'autorita' pubblica su tutte le E-mail, cosi' come succede per le intercettazioni telefoniche, dimenticando che, per esempio, la possibilita' di contraffazione di una E-mail e' assoluta, svuotandola, di conseguenza, di qualunque valore, ma costituendo comunque una violazione della privacy.
In Italia, per ora, abbiamo solo una piccola collezione di proposte di governo di Internet, piu' o meno in linea con le indicazioni comunitarie, dove si continua a considerare il dato territoriale come quello discriminante, soffocando, di fatto, la potenzialita' del mezzo soprattutto per i singoli e le piccole e medie imprese.
A livello internazionale, proprio a Parigi, si sono tenuti diversi incontri per cercare soluzioni comuni, ma le due posizioni (europea: Internet va controllata da leggi degli Stati; Usa: Internet puo' solo autogovernarsi) sono talmente agli antipodi, che tutto e' rimasto come prima.
Ma in Europa non si va tanto per il sottile, non si vuole aspettare il gigante Usa come in tutte le altre cose della vita, per cui c'e' un gran fermento per cercare una soluzione, e l'incursione francese negli Usa, fatta in grande stile, sta mostrando cosa significa e quali sono i risultati: ridicolo e ridicoli.
Non ci si vuole ancora rassegnare al fatto che Internet, o la si proibisce come fanno praticamente in Cina e in altri Stati autoritari, o la si accetta per quel che e': una rete di comunicazione e informazione che puo' solo essere autogovernata. La funzione dell'autorita' pubblica puo' solo essere di incentivo e di informazione per un uso civile del mezzo, perche' la repressione non puo' essere applicata, se non con i risultati del tribunale parigino.
 
 
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