Firenze, 1 Dicembre 2000. Nella giornata mondiale per la lotta all'Aids, lo Stato del Vaticano ha colto l'occasione per reiterare la sua condanna dell'uso del preservativo, anche per evitare l'infezione.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Niente di nuovo, anzi: plaudiamo alla coerenza che, in questi tempi di trasformismo e' una virtu'. Una coerenza religiosa che rispettiamo, proprio per il fatto che la pensiamo in modo opposto.
Lode al Vaticano? Tutt'altro ! Un'occasione per denunciare come la politica vaticana in materia e' una delle principali responsabili della diffusione del virus dell'Hiv/Aids, non perche' cercano di diffondere e affermare il loro credo religioso incidendo sulle coscienze, ma perche' sono uno Stato, riconosciuto in quanto tale all'Onu, e quindi votano per impedire che le politiche Onu in materia prevedano la diffusione di preservativo e aborto. E' uno dei tanti mali che accadono quando la religione e/o l'ideologia si fanno Stato!
Il Vaticano e' l'unica confessione religiosa che gode di questo vantaggio in sede Onu, mentre tutte le altre sono piu' o meno presenti nelle forme tradizionali di Organizzazioni Non Governative (ONG). Ed e' un vantaggio che il Vaticano fa pagare ai milioni di persone che ogni anno vengono infettati dall'Hiv e muoiono per l'Aids, specialmente e soprattutto in Africa.
Proprio su questo la nostra associazione ha da diversi mesi aperto una raccolta di firme sul proprio sito in Internet, rilanciando l'analoga iniziativa Usa del gruppo "Catholics for a free choise" , in cui si chiede al presidente dell'Onu di cambiare lo status del Vaticano all'Onu, parificandolo alle altre confessioni religiose, e cercare, in questo modo, di non dare la forza di voto ad una politica di parte religiosa che e' responsabile dei sei milioni di infezioni di Hiv nel mondo, dei quasi tre milioni di morti e delle 600 mila donne che muoiono durante la gravidanza o per problemi connessi al parto, e a cui e' di fatto -per mancanza di offerta- vietato l'intervento abortivo.