E' bastata una dichiarazione del neoeletto sindaco "verde" di Lione (FR),
Grégory Doucet, contro il Tav, il treno della linea ferroviaria Torino-Lione, per riaccendere le polemiche anche in Italia con le dichiarazioni del M5S.
Per costoro occorre interrompere i lavori di costruzione del Tav.
Così si buttano nel cestino più di 20 miliardi di investimenti (suddivisi tra Ue, Francia e Italia) e 125 mila unità lavorative tra Italia e Francia, a completamento dell'opera, il che in questo periodo di crisi non ci sta proprio bene.
Aggiungiamo che rinunciare al TAV comporterebbe la rescissione di trattati internazionali e l'avvio di procedure risarcitorie della Ue, della Francia e delle imprese.
Sul Tav siamo intervenuti una infinità di volte.
Nel frattempo, siamo in attesa da due anni, che l'ex ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, fulgido esempio di capacità politico-amministrative, presenti una denuncia alla Procura, visto che aveva dichiarato il Tav "una mangiatoia".
A luglio dello acorso
anno, il presidente Conte ha annunciato che fermare il Tav costerebbe di più che finirlo e, poco dopo, una mozione contraria al Tav, del M5S, è stata bocciata.
Dovrebbe bastare. Ma tant'è, a volte ritornano.