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INDULTO, AMNISTIA, TANGENTOPOLI E DIRITTI DEGLI AMMINISTRATI
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Comunicato 
27 giugno 2000 0:00
 


LA TOPPA DELL'INDULTO O DELL'AMNISTIA STA PER ESSERE MESSA A DISPETTO DEI DIRITTI DEI CITTADINI

Firenze, 27 Giugno 2000. Mentre le carceri scoppiano, con altrettanti carcerati gia' scoppiati, i nostri governanti e i nostri politici di opposizione stanno mettendo in opera uno dei piu' grossi inganni sulla pelle (in senso fisico vero e proprio) e sui diritti dei loro amministrati.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Infatti sta prendendo corpo -indulto o amnistia, a questo punto, importa poco- una delle piu' grandi beffe: la classificazione delle pene in serie B e C (perche' quelle di serie A sono gia' fuori discussione, in quanto relative ad eccellenti delinquenti). Non dei reati -che avrebbe un senso, prima che sia comminata la pena- ma delle pene stesse. L'uguaglianza di tutti gli amministrati di fronte alla legge sta per essere sacrificata sull'altare di questa o di quell'altra parte politica, che possiamo individuare in pro o contro i reati di tangentopoli, o meglio di una certa tangentopoli, quella che premia o condanna una parte politica rispetto all'altra; anche se -bisogna dirlo- la tangentopoli italiana e' stata decisamente sbilanciata a vantaggio di una parte contro l'altra.
Abbiamo gia' evidenziato in altre occasioni che la pezza di minore danno per la Giustizia e il Diritto, sarebbe l'indulto, e solo se seguito da un impegnativo progetto di dismissione della gestione statale delle carceri, aprendo a privati e mercato (lo Stato che giudica i suoi stessi errori, non e' strutturalmente in grado di rimediare con l'unica soluzione possibile: mandare a casa i responsabili dell'incapacita' di gestione; ma sarebbe in grado di mandare a casa un privato incapace e riappaltare per una nuova gestione).
Ma, mentre non troviamo tracce per questo impegno (tranne un isolato intervento del professor Antonio Martino oggi sulle colonne del Quotidiano Nazionale di Riffeser Monti), troviamo invece molte tracce di chi, passando dall'amnistia all'indulto, lo propone con l'esclusione per alcune pene comminate a seguito di reati di tangentopoli. Dire "macabro", e' essere gentili. E non si tratta di una goffa difesa di questo o di quel tangentaro, ma semplicemente di ribadire che la legge e' uguale per tutti, a maggior ragione per i soggetti piu' deboli che, una volta condannati, in prigione dovrebbero essere tutti uguali.
Per questo invitiamo ministri, governanti e politici a tenere fede a questo particolare, che e' grande quanto un macigno, perche' e' scritto col sacrificio di molti nella nostra Carta Costituzionale.
 
 
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