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LEGGE DROGA E GIORNATA DI LOTTA ALLA DROGA
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Comunicato 
26 giugno 2000 0:00
 


RITUALITA' E INUTILITA'. IL FENOMENO SI ESPANDE E GLI STRUMENTI APPAIONO SEMPRE PIU' SBAGLIATI E INADEGUATI. OCCORRE INFORMAZIONE E LEGALIZZAZIONE.

Firenze, 26 Giugno 2000. Oggi e' la giornata mondiale per la lotta alla droga, ed e' anche il decennale della legge italiana in materia, la Jervolino-Vassalli. In questi giorni, inoltre, e' partita la nuova campagna contro la droga della Presidenza del Consiglio dei ministri, con 10 miliardi di investimenti, che si aggiungono agli oltre mille spesi dal 1996 in poi.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Se l'obiettivo era ridurre il consumo e l'impatto del fenomeno su economia e societa', i risultati non ci sono, per la legge e per gli investimenti, in cui, oltre i mille miliardi di cui sopra, andrebbero aggiunti i soldi che vengono spesi per le azioni di polizia, di finanza, per le carceri che -quasi all'80%- strabordano di detenuti per reati correlati al fenomeno droga, e tutti quei soldi che ogni cittadino paga in scippi, furti, mancanza di sicurezza, etc.: tutti reati correlati alla piccola delinquenza che cerca denaro per comprarsi la droga.
A livello mondiale, poi, il fenomeno e' ancora piu' preoccupante, perche' in paesi produttori come Afghanistan, Colombia, Bolivia, Triangolo d'oro, il fenomeno e' tutt'altro che sotto controllo. Anzi. La produzione e' il traffico delle droghe illegali serve a finanziare veri e propri stati negli stati, con cui, di recente (le Farc in Colombia), anche il nostro presidente della Camera, Luciano Violante, e' andato a "trattare", dopo averli fatti ricevere, in occasione di una loro visita in Italia, dalle massime autorita' dello Stato.
Una situazione internazionale e nazionale ben oltre la sopportabilita' civica, economica ed umana. Con le uniche oasi di Svizzera, Olanda, Gran Bretagna, alcuni lander tedeschi e nella minicipalita' di Madrid, dove, almeno per quanto riguarda la piccola criminalita' legata al procacciamento del denaro per comprarsi la dose, e' stato trovato rimedio con la politica di "riduzione del danno": trattando i tossicodipendenti come dei malati e consentendo loro di drogarsi in appositi luoghi, sotto il controllo medico; levandoli quindi dalla strada e dalle mani della delinquenza.
In Italia siamo ancora al livello che, mentre da una parte le forze dell'ordine segnalano il giovane trovato con lo spinello in tasca (rovinandogli la vita), dall'altro, nelle nostre citta', ci sono vere e proprie zone franche in cui si compra e si vende di tutto. E la responsabilita' non e', ovviamente, delle forze dell'ordine, ma di leggi che, negando l'evidenza, continuano a trattare il fenomeno solo in termini repressivi, penalizzando il comportamento individuale. Ne e' testimonianza la campagna in corso della presidenza del Consiglio dei ministri, in cui non riescono a dire nient'altro che una serie di banalita' sulle droghe che fanno male, usando la demonizzazione invece dell'informazione.
Infine ci sono autorevoli politici della maggioranza di governo che, pur dichiarandosi favorevoli al superamento dell'attuale legislazione, non hanno mai fatto nulla in questo senso. Anzi. Con il loro silenzio e con il ricordare "a singhiozzo" la loro posizione di principio ma senza gambe, non hanno fatto altro che aggravare il problema, perche' lo hanno trasferito dalle urgenze politiche della vita quotidiana in quello delle posizioni di principio, con cui -e' notorio- ognuno rimane dov'e'.
La grancassa di RaiUno, oggi, sta facendo da spalla a questa politica, in una sorta di "Pino Arlacchi-show", dove il responsabile Onu per la lotta alla droga, come grande dimostrazione dei risultati positivi del suo agire, porta l'ennesimo falo' iraniano di droga, che ormai si celebra periodicamente come quelle processioni rituali dove, alla fine, i partecipanti si ritrovano in osteria a bestemmiare tutti i santi possibili e immaginabili.
 
 
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